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Bolzano

Si chiama «Brattarello» la maschera che racconta Bolzano

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Ieri sera, martedì 21 febbraio, nel teatro Studio del Comunale di Bolzano, il gran finale di Maskerada: Brattarello, la maschera di Bolzano realizzata dalla famiglia d’arte Sartori, si è presentata al pubblico con ilMonologo di una maschera alla corte di Re Laurino

Si chiama Brattarello, è appena nato ma è già alla conquista della città! Martedì 21 febbraio al Teatro Studio del Teatro Comunale è stata presentata ufficialmente a Bolzano una nuova maschera creata da Sarah Sartori, direttrice artistica del Centro Maschere e Strutture Gestuali della Famiglia Sartori. Tanta era l’attesa da parte di tutti di conoscere la nuova maschera, frutto di un anno di domande e attività condivise con i cittadini: esiste una “maschera della società”, somma di quelle personali e sintesi delle espressioni, dei significati e delle dinamiche sociali che determinano i gruppi e le comunità in cui viviamo? Qual è quella di Bolzano?

Da questi input è infatti partito nel 2021 il progetto “La maschera di Bolzano”, un’iniziativa a cura di Cooperativa 19, in collaborazione con Teatro Cristallo e Cristallo Young e con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Sociali, al Tempo Libero e allo Sport del Comune di Bolzano e dell’Ufficio Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Bolzano.

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Alla base un obiettivo ambizioso e innovativo: avviare un processo partecipato e aperto alla cittadinanza che ha mirato alla progettazione condivisa e alla produzione di una maschera della città di Bolzano. Ed ecco finalmente svelato Brattarello, questo il nome scelto per la maschera, che pur essendo appena “nato” svela già una forte personalità, uno sguardo intenso e diabolico, ma anche dolce e gentile se occorre.

Sul suo volto, lavorato nel cuoio, emergono visibili i tratti salienti dell’aquila e del lupo, animali totem dell’Alto Adige. Fisionomie antropomorfiche associate all’arguzia, all’ironia e alla comicità, secondo lo scrupolo artistico e sensibilità dei Sartori, che l’hanno ideata. Come tutte le maschere anche Brattarello nasce dagli occhi della gente e ha un forte legame con la storia della società’ che lo circonda.

Il nome è stato ispirato a Walter Valeri pensandoai venditori di cibo fumante che s’incontrano con gratitudine agli angoli delle strade di Bolzano nelle notti d’inverno”. È a tutti gli effetti un nuovo personaggio della Commedia dell’Arte. Appartiene alla famiglia degli zanni, come Arlecchino, Brighella o il Capitano, risorto nel XXI secolo per parlare un po’ in italiano, un po’ in tedesco, un po’ in ladino con accento calabrese.

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La maschera si è presentata con un evento-spettacolo organizzato in collaborazione con il Teatro Stabile di Bolzano: “Monologo di una maschera alla corte di Re Laurinocon la regia di Walter Valeri e Paola Piizzi. Il breve monologo, scritto appositamente per l’evento, s’ispira al ricco patrimonio di fiabe e leggende popolari di Bolzano ed è stato recitato per la prima volta con successo sul palcoscenico del Teatro Studio da Salvatore Cutrì, primo ad indossare la nuova maschera. L’evento è stato accompagnato da un’esposizione di maschere della Famiglia Sartori e da un documentario prodotto da Cooperativa 19 che ripercorre la creazione della prima maschera cittadina.

Brattarello è il frutto della rielaborazione da parte della storica famiglia di mascherai Sartori dei dati raccolti nei bar, nelle piazze osservando la gente, ascoltando i contenuti delle loro conversazioni e, soprattutto, prestando grande attenzione alle risposte dei questionari che la Cooperativa 19 ha fatto circolare per la città durante un anno intero.

Questi contenuti nascono quindi dalle testimonianze, dai ricordi, dalle leggende e dall’immaginario dei cittadini, grandi e piccini, che, attraverso diverse attività, sono stati raccolti, messi a sistema e consegnati al Museo Sartori.

Il Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori assieme al Centro Maschere e Strutture Gestuali, fondato nel 1979 da Donato Sartori è un gruppo di ricerca pluridisciplinare che si impegna nello studio dei vari aspetti etnologici, antropologici e spettacolari che coinvolgono la realtà della maschera, del corpo e strutture gestuali, sino alla maschera dell’ambiente o mascheramento urbano.

Il Centro realizza da anni mostre, seminari, tavole rotonde, creazione di eventi e performances in Italia e in tutto il mondo. È stata quindi la mascheraia Sarah Sartori ad occuparsi della progettazione e realizzazione vera e propria della maschera di Bolzano a partire dai dati raccolti con i questionari, per consegnarla finalmente durante il carnevale 2023.

I dati sono stati il punto di partenza per una progettazione coerente, solida e autentica della maschera, simbolo dell’identità della città e dei suoi abitanti. Ed ora cosa farà Brattarello? Come suggerisce Walter Valeri “lo decideranno gli abitanti di Bolzano. Questa maschera e’ nata perché la città l’accolga fra le sue braccia festose”.

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