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Società

Violenza di genere: aumentano a Bolzano le donne che decidono di chiedere aiuto

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La Commissione Pari Opportunità del Comune di Bolzano ha consegnato questa mattina (14 febbraio) alle rappresentanti delle associazioni GEA e Haus der geschützten Wohnungen (Casa Alloggi Protetti) le donazioni raccolte in Consiglio Comunale (gettone presenza), in Giunta comunale e durante la Corsa Antiviolenza (885 partecipanti) in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne lo scorso 25 novembre.

Complessivamente una somma di 4.209 euro che servirà a sostenere l’ attività ed i servizi nei confronti per le donne vittime di violenza.

In questa occasione sono stati presentati i dati aggiornati dell’Osservatorio della rete dei servizi contro la violenza di genere di Bolzano raccolti ed elaborati dall’Ufficio Statistica.

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179 le donne che nel 2017 si sono rivolte ad uno dei servizi della rete, un numero che indica un aumento rilevante rispetto agli anni precedenti (170 nel 2016, 135 nel 2015, 154 nel 2014, 155 nel 2013 e 145 nel 2012).

Sul territorio comunale il Centro d’ascolto antiviolenza gestito dall’associazione GEA si conferma il principale punto di riferimento; a questo servizio si è infatti rivolta la metà delle donne accolte dalla Rete antiviolenza (93 donne assistite).

Le donne che entrano in rete attraverso il Centro di ascolto antiviolenza di Gea sono in maggioranza vittime di violenza psicologica o fisica, sono più frequentemente coniugate o conviventi (53,7%) e nubili (32,4%) e la persona che esercita violenza è il partner attuale o l’ex partner.

Si tratta perlopiù di donne con istruzione medio alta; le donne fino ai 30 anni rappresentano il 28,6%, quelle sopra i 46 anni il 29,1%.

Circa la metà ha la cittadinanza italiana (50,0%). Sempre importante la presenza di persone che provengono dai paesi dell’Europa centro-orientale (18,0%), mentre le donne di origine africana si attestano al 15,7% del totale delle utenti. In aumento le donne provenienti dall’Asia.

La posizione socio-economica delle utenti della rete antiviolenza del 2017 appare peggiorata rispetto agli anni precedenti: le donne che si dichiarano occupate ammontano a 45,6% (60,8% nel 2016) e peggiora la percezione dell’autosufficienza economica: il 58,4% dichiara di avere entrate economiche sufficienti per sé e la famiglia (69,6% nel 2016).

Si osserva un aumento di persone che dichiarano problemi linguistici (in linea con l’aumento di utenti straniere), pari a circa il 9% delle donne in contatto con i servizi rispetto al 5,4% dell’anno precedente.

Il presidio di pubblica sicurezza della Questura, in particolare della Squadra Mobile, mantiene il ruolo importante di accoglienza conquistato nel 2013, con 34 accessi nel 2017, pari al 19% del totale degli ingressi: accoglie in particolare donne che subiscono violenza fisica e che hanno il maltrattante in casa.

Il terzo punto di accesso alla rete è rappresentato dalla Casa Alloggi Protetti, servizio specializzato nel sostegno alle donne che subiscono violenza presente in città, che nel corso dell’anno ha accolto complessivamente 15 donne, pari all’8,4% del totale.

Sono state 30 le donne rilevate invece dall’associazione La Strada-Der Weg, attraverso i diversi progetti attivati (Giovani Madri, Alba, Centro il Germoglio), pari al 16,8% del totale. Nel 2017 vi sono state anche 6 segnalazioni dai distretti sociali.

La violenza domestica è la più diffusa. Le aggressioni occasionali e lo stalking sono in diminuzione, mentre aumentano le violenze legate alla tratta e allo sfruttamento sessuale.

La violenza domestica si esplicita soprattutto attraverso atti di violenza fisica, psicologica ed economica. La gravidanza e la nascita di un figlio/a (5 casi) sono momenti della vita della donna più vulnerabili all’erompere della violenza, in particolare quella psicologica. Inoltre anche il matrimonio o la fine di una relazione (4 casi) si rivelano eventi spesso collegati all’inizio di maltrattamenti.

E’ la violenza psicologica a essere la modalità più frequente in combinazione con altre forme di violenza. Al secondo posto troviamo la violenza fisica.

I maltrattanti sono in genere persone adulte e mature. Cresce soprattutto il gruppo degli autori dai 31 ai 45 anni (45,9%), che sono soprattutto ex coniugi.

Gli italiani, come negli anni scorsi, sono in grande maggioranza (54,7%), ma diminuiscono leggermente rispetto all’anno passato (-2 pp). Diminuiscono anche gli autori provenienti dall’Europa orientale (-1pp), aumentano invece quelli provenienti dall’Africa (+3pp).

Violenza assistita

I minori che subiscono violenza in forma assistita sono il 59,8% del totale, di cui il 7,5% in forma diretta. Il maltrattante in questi casi è lo stesso della donna. Solo una parte dei figli minori non subisce alcuna forma di violenza (16,8%).

Il 45% delle donne vittime di violenza che decidono di rivolgersi a uno dei servizi di rete lo fanno base di informazioni acquisite in autonomia.

In linea con gli anni precedenti, il 39,9% ha deciso di denunciare. Una maggiore attitudine a sporgere denuncia vi è da parte delle vittime di violenza fisica, psicologica e stalking, mentre diminuiscono le denunce per violenza sessuale.

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