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Cassa Geometri: Allarme rosso nei conti, oltre la sostenibilità… l’insostenibilità.

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Venerdì 1 marzo 2019 presso il centro congressi interbrennero di via Innsbruck la Cassa Geometri, nell’ambito della campagna di informazione promossa fra i professionisti al fine di fornire tutte le necessarie notizie in merito alle modalità di accesso alle prestazioni pensionistiche, organizza un incontro formativo-informativo.

All’evento parteciperanno il presidente della Cassa Geometri geom. Diego Buono, il direttore dott.ssa Maria Luisa Caravita, il vice direttore dott.ssa Paola Celli che approfondirà la normativa previdenziale in materia di ricongiunzioni, cumulo e totalizzazioni.

L’incontro avviene solo alcuni giorni dopo la manifestazione di protesta organizzata in piazza del popolo a Roma da Geomobilitati dove fra i quasi 400 geometri, provenienti da tutt’Italia,  non hanno fatto mancare la loro presenza anche i geometri trentini.

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La manifestazione sfociata in un comizio è stata organizzata a sostegno della richiesta di dimissioni inoltrata al CdA in carica della Cassa dei Geometri «per comprovata inadeguatezza amministrativa, visto e considerato che attraverso vari refusi elettorali amministra l’Ente da ben oltre 10 anni, soprattutto per la criticità del sistema elettorale vigente» – ha dichiarato Gaetano Baroni

Geomobilitati ritiene  infatti che «Solo attraverso un totale rinnovamento si potrà avviare una seria ristrutturazione dell’Ente, qualora non fosse sufficiente, aprire una trattativa con i ministeri competenti per decretare il passaggio all’INPS dove le garanzie offerte saranno quelle dello Stato Italiano».

La manifestazione di Roma è stata anche l’occasione per portare dei dati a sostegno della richiesta di dimissioni

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Gaetano Barone consigliere nazionale di Geomobilitati iscritto al collegio di Roma ha evidenziato numerose criticità dimostrando che la Cassa Geometri non gode di ottima salute come si vuol far credere.

Secondo lo stesso Barone alla ultra decennale crisi economica del settore costruzioni, a cui i vertici di CNG (consiglio nazionale geometri) e CG (cassa geometri) non hanno saputo contrapporre concrete proposte di rilancio ed adeguate azioni di sostegno, ha dato luogo ad una ascesa contributiva senza eguali ne precedenti che sta decimando la categoria Grafica.

I punti fermi spiegati da Barone sottolineano ormai l’allerta rossa della categoria e si fondano sulla crescente spesa per l’erogazione delle pensioni a cui la categoria è stata chiamata a rispondere illimitatamente, aggravata dal regime transitorio 2014-2019 misto retributivo/contributivo in danno alle nuove quanto ignare generazioni; Grafica 1 Grafica 2 Grafica 3 Approfondimento 1 Approfondimento  e un patrimonio netto inadeguato rispetto ai parametri attuariali, ciò nonostante si registra una contrazione di circa 132 Mln di euro nel triennio in corso, per far fronte a necessità di cassa; Grafica 1 Grafica 2

«Il travaso del patrimonio immobiliare nel fondo chiuso FPEP di dubbia gestione e trasparenza sta producendo solo minusvalenze, – ha spiegato Barone durante il comizio della manifestazione di Roma –  sul quale è previsto che confluirà la quasi totalità degli immobili nel prossimo triennio, malgrado le performance del gestore Investire SGR siano disastrose; Grafica»

E ancora: «Investimenti mobiliari oltre Confine, mediante la sottoscrizione con la Quaestio Capital SGR di un fondo chiuso di diritto Lussemburghese denominato Global Diversified II, custodito presso la RBC IS Bank con sede a Lussemburgo a cui è stata affidata l’intera liquidità di circa 900 Mln €. Dove gli investimenti azionari in aziende italiane sono limitati al misero 0,76% e quelli in titoli di stato italiani al 19,77%, aggravando la situazione nazionale già in sofferenza. Grafica Approfondimento 1 Approfondimento 2»

E poi ci sono i costi di amministrazione lievitati del +33% nell’ultimo biennio, con compensi dei membri del CdA da fare invidia al Presidente del Consiglio del Governo Nazionale in carica. Grafica

Lo scenario quindi non è del tutto roseo e le prospettive pensionistiche deprimenti a fronte di 40 anni di contribuzione, per molti iscritti inferiori a quelle sociali rivalutate ultimamente dal governo in carica con l’introduzione del reddito di cittadinanza.

L’esempio è stato riportato da un geometra pensionato di Trento che a fronte di 200 mila euro di versamenti riceve una pensione di 390 euro lordi.

«È una situazione previsionale quindi fuori controllo, – aggiunge Barone –  specie dopo l’approvazione il 23/11/2018 del bilancio di previsione 2019 con l’aliquota del contributo soggettivo al 15% invariata rispetto all’anno precedente, appena 3 settimane dopo, il 13/12/2018 è stato deliberato un innalzamento al 18%, (+20% rispetto al 2018), ennesima manovra vessatoria che sconfessa la previsione di bilancio 2019 fresca di approvazione».

Barone poi attacca anche la politica per la «mancata trasparenza nella gestione patrimoniale e finanziaria, nell’affidamento degli appalti, degli incarichi professionali, della gestione delle assunzioni del personale e per il sistema elettorale molto pilotabile».

Secondo Barone sono quelle citate sopra le  criticità che hanno determinato la situazione fallimentare ormai sotto gli occhi di tutti.

«In nome dell’autonomia, – conclude Barone – attraverso ripetute misure vessatorie, l’intera categoria è stata costretta a far fronte alle esigenze di cassa ed insana gestione con ripetuti e gravosi aumenti contributivi: +100% nell’ultimo decennio, ben al disopra di ogni parametro sostenibile nonostante il perdurare della crisi, senza eguale raffronto in alcuna altra cassa previdenziale sia pubblica che privata.

Gli aumenti varati si distaccano di un +70% rispetto a INARCASSA ed un +130% rispetto a EPPI, ovvero delle casse professionali previdenziali della nostra diretta concorrenza, con le quali categorie è sempre più difficile essere competitivi a causa della eccessiva e penalizzante pressione contributiva. Ma anche rispetto alle contribuzioni delle più prestigiose e redditizie categorie di Medici, Avvocati, Notai, etc. Situazione che non ha raffronto alcuno e non può trovare giustificazione».

Tali condizioni hanno determinato la chiusura di molti studi tecnici, una forte percentuale di morosità contributiva e fiscale, situazione che ha minato la serenità professionale ed economica degli iscritti, anche tra i veterani presenti da decenni. Indiscrezioni dicono che nel solo 2018 sono state perse altre 10.000 unità

La situazione illustrata con i dati alla mano inconvertibili da  Barone stride un pochino con quello che il delegato Cassa per il Trentino geometra Graziano Tamanini (nella foto) chiederà agli iscritti venerdì 1 marzo 2019.

Durante l’incontro infatti Tamanini spiegherà il provvedimento che prevede la modifica dell’art.1 del Regolamento sulla Contribuzione, che aumenterà (manco a dirlo)  la percentuale di contribuzione sul reddito professionale netto dal 15 al 18%  per il reddito sino a 154.350,00 euro senza previsione di aumento dei minimi che resteranno fermi ai 3.250,00 euro annui , aggiornati con l’indice ISTAT.

Insomma come spesso succede in Italia l’unica cosa che cresce sono gli stipendi dei dirigenti che come sempre sono finanziati da Pantalone.

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