La parola all avvocato
AAA papà cercasi: cosa fare se lui sparisce e non paga gli alimenti
Buongiorno Avvocato,
sono mamma di un bimbo di 2 anni. Suo padre non si è mai occupato di lui, sia a livello economico che non.
Da circa sei mesi, poi, è sparito rendendosi irreperibile. Premetto che un anno fa il Tribunale aveva affidato il bambino ad entrambi in maniera condivisa, e aveva posto un assegno di mantenimento a suo carico.
Posso ottenere l’affido esclusivo e l’aumento dell’assegno di mantenimento per il bambino? Come mi devo comportare?
Grazie.
P.V.
Gentile Signora,
la legge nr. 54/2006 ha introdotto l’istituto dell’affido condiviso come regola generale al fine di salvaguardare il diritto dei minori ad avere con entrambi i genitori un rapporto continuativo ed equilibrato.
I presupposti per l’applicabilità di tale affido sono, quindi, la partecipazione attiva di entrambi i genitori al progetto educativo di crescita, formazione e maturazione, nonché di cura e assistenza, della prole, l’esercizio congiunto della responsabilità genitoriale e la condivisione delle decisioni di maggiore interesse per il minore.
Se uno dei due genitori, al contrario, non si occupa della crescita del proprio figlio e non lo segue nelle sue attività quotidiane, addirittura rendendosi irreperibile, l’altro genitore ha senz’altro diritto a chiedere l’affidamento esclusivo del figlio, nonché ad ottenere l’aumento del contributo di mantenimento mensile in favore di quest’ultimo allorquando ricorrano determinate condizioni (a tale ultimo fine occorre effettuare, in concreto, una valutazione economica generale, esaminando i redditi di ciascun genitore, le spese mensili di entrambi, l’eventuale esistenza dell’assegnazione della casa familiare, il tempo che il figlio trascorre con ciascun genitore, ecc..).
E’ bene sottolineare, in ogni caso, che l’affido di tipo monogenitoriale (cd. esclusivo) non permette al genitore affidatario, salvo diversa decisione del Tribunale, di avere un “potere assoluto “sul minore, dovendo le decisioni più importanti nell’interesse del minore stesso (quali quelle che definiscono le linee di indirizzo educativo, formativo e religioso del figlio, destinate ad incidere profondamente sulla formazione della personalità di quest’ultimo) essere assunte di concerto con l’altro genitore.
Ciò che rientra nella sfera d’azione rimessa al genitore affidatario in via esclusiva, quindi, sono le sole decisioni relative a questioni di ordinaria amministrazione, ossia quelle scelte riguardanti il normale evolversi della quotidianità dei figli che non incidono su aspetti rilevanti della loro vita (o che, se vi incidono, si traducono nella mera attuazione pratica di scelte di indirizzo adottate congiuntamente dai genitori ab origine).
Nel caso in cui un genitore sia totalmente assente nella vita del proprio figlio e si sia reso irreperibile, ritengo, tuttavia, che si possa tentare di ottenere il cd. affido superesclusivo o esclusivo rafforzato, così da permettere al genitore affidatario di adottare, di fatto, tutte le decisioni inerenti il minore, senza la consultazione, e tantomeno il consenso, dell’altro genitore (il quale conserverà, comunque, un potere/dovere di vigilanza e la possibilità di adire il giudice, laddove ritenga che siano state assunte decisioni pregiudizievoli per la prole).
Ho usato la parola “tentare di ottenere” in quanto, ad oggi, il cd. “affido superesclusivo” è stato applicato solo da alcuni Tribunali ed in residuali casi in cui è stata accertata la totale idoneità del padre o della madre a svolgere la propria funzione genitoriale.
Il contributo per La Voce di Bolzano è di Laura Vendrame Innocenti, avvocato del Foro di Bolzano.
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