Politica
Kompatscher agli Italiani: “Noi lavoriamo, loro…”. Urzì: “Indecorosa perla di qualunquismo”
“La sapete quale è la differenza fra l’Alto Adige e il resto d’Italia” secondo il Presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher? Che in Alto Adige “la gente, anche nei momenti più difficili, si rimbocca le maniche.
Come dire che nel resto d’Italia invece se le tengono ben conserte, le braccia, quando ci sono dei problemi. Insomma l’Alto Adige che lavora e un resto d’Italia fatto di parassiti, che si fa assistere, ovviamente sulle spalle degli altoatesini che lavorano”.
“Una indecorosa perla di qualunquismo quella offerta da una intervista letta sulla stampa locale – sottolinea il consigliere provinciale di L’Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì – . Qualunquismo offensivo verso l’Italia, frutto di un luogo comune disarmante, espressione di un atteggiamento snobistico e altezzoso che ancora una volta mostra l’immagine di un Alto Adige del potere e dei privilegi fuori dalla realtà, che guarda gli altri dall’alto al basso, pur continuando però a pretendere.
Da altoatesino prendo le distanze da queste dichiarazioni del mio presidente della Provincia in cui non solo non mi riconosco ma che reputo anche indelicate e mortificanti nei riguardi dei tanti italiani, la stragrande maggioranza, che nelle difficoltà quotidiane mostrano dignità e capacità, il Paese dell’eccellenza, il Paese della solidarietà e della generosità”.
Per il consigliere si parla del “Paese invidiato al mondo per quello che gli Italiani hanno saputo realizzare e per cui è uno dei principali riferimenti culturali del mondo“.
Conclude Urzì: “Io spero solo che l’intervista che ho avuto occasione di leggere sia stata affrontata con una certa leggerezza con i postumi delle feste appena trascorse e non sia l’idea che il Presidente ha di sé e dell’Italia (e con essa degli Italiani trattati alla stregua di parassiti e abituati al pur assistenzialismo) perché così fosse sarebbe davvero grave.
Non serviranno mille “operazioni simpatia” pagate profumatamente con denaro pubblico per rilanciare l’immagine negativa assegnata all’Alto Adige (non in quanto servizi offerti ma per l’eccesso fastidioso di autostima di sé).
Certe interviste mostrano come non si deve spendere in carta patinata ma solo in un po’ più di modestia e rispetto”.
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