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Alto Adige

Un anno di smart working per l’amministrazione provinciale

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Esattamente un anno fa con l’esplodere dell’emergenza COVID 19 in Italia e la dichiarazione del lockdown su tutto il territorio nazionale, cominciava per l’Amministrazione provinciale una delle più grandi sfide di sempre: coniugare la fornitura dei servizi con la sicurezza delle dipendenti e dei dipendenti e sfruttare questa situazione per fare della crisi una chance di cambiamento e miglioramento.

Lo smart working è stato lo strumento principale con cui si è affrontata questa sfida, impegnativa fin dall’introduzione: nel weekend tra venerdì 6 e domenica 8 marzo 2020 la Provincia e le sue strutture competenti hanno dovuto creare in brevissimo tempo le condizioni tecniche per trasferire l’attività delle proprie dipendenti e dei propri dipendenti in remoto, condizione questa che ha consentito di continuare ad erogare i servizi.

Da allora il lavoro agile è divenuto una delle modalità della prestazione lavorativa e una serie di strumenti di collaboration – anche grazie all’attività di formazione specifica svolta – sono entrati nella quotidianità lavorativa delle proprie dipendenti e dei propri dipendenti portando ad un massivo avanzamento in termini di digitalizzazione.



I numeri dello smart working

Attualmente il numero di collaboratrici e collaboratori che hanno la possibilità di operare in smart working è giunto al 96,27% dei dipendenti “amministrativi” nell’Amministrazione provinciale e delle scuole, con la positiva ricaduta relativa alla garanzia continuativa delle prestazioni, anche nei periodi di chiusure causa COVID.

Il lavoro dei mesi successivi a quelli della prima emergenza è proseguito da parte delle strutture della Direzione generale per capire meglio le potenzialità di uno strumento che, a regime e nel post emergenza, può risultare un vantaggio percepibile anche e soprattutto per gli utenti della Amministrazione: cittadine e cittadini, imprese.

Il Direttore generale, Alexander Steiner sottolinea come “lo smart working, diffusosi inizialmente come strumento di emergenza, si avvia a diventare uno strumento fondamentale per potenziare e migliorare la nostra offerta di servizi. In futuro” continua Steiner “immagino una flessibilità che consentirà di modificare e rimodulare anche, ad esempio, i nostri orari al pubblico e le modalità di erogazione del servizio, rendendoli sempre più digitali e usabili per i nostri utenti. Una maggiore flessibilità nel lavoro consentirà quindi, in ultima istanza, prestazioni più flessibili da parte dell’Amministrazione provinciale e servizi sempre più a misura di cittadina e cittadino e imprese, la vera mission della Amministrazione“.

Il quadro normativo

Le basi per il futuro sono già state poste con l’Accordo stralcio per il rinnovo del contratto intercompartimentale riferito al triennio 2019-2021 che ha fornito le regole base per lo smart working post stato di emergenza. Attualmente è in corso un intenso lavoro di preparazione che comprende analisi interne, monitoraggi costanti, pianificazione di formazione specifica nonché predisposizione di ogni aspetto tecnico e giuridico necessario, per portare a regime questo strumento una volta terminato lo stato di emergenza.

L’obiettivo non è solo di benessere organizzativo – le indagini interne mostravano a fine 2020 un altissimo tasso di dipendenti intervistati che si dichiarava interessato a usufruire ancora dello ancora smart working anche per il futuro – ma di maggiore efficienza complessiva di un’Amministrazione.

red/sf

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