Spettacolo
“LUCA+SILVANA”: dal Bolzano Film Festival Bozen al grande schermo
Luca e Silvana hanno la Sindrome di Down e vogliono sposarsi: una storia apparentemente semplice che merita di essere raccontata. Lo sta facendo il regista Stefano Lisci con Cooperativa 19 attraverso l’atteso documentario che ora arriva nelle sale cinematografiche passando dalle migliori rassegne cinematografiche della regione
“Circa tre anni e mezzo fa, dopo una proiezione del documentario Bar Mario, venni contattato da Luca e Silvana, i quali mi chiesero di realizzare un breve video. In un primo momento non capii la loro richiesta. Successivamente, quando parlai con Claudia (la madre di Silvana) capii che necessitavano di un video per dimostrare la loro autonomia nelle faccende domestiche. Ho poi avuto modo di conoscere meglio la loro storia e il video è diventato un vero e proprio documentario.” Così, il regista Stefano Lisci spiega come è cominciata l’avventura del documentario “Luca+Silvana“prodotto da Cooperativa 19. La storia è semplice, due persone che vogliono sposarsi e passare la vita assieme; ma non è per tutti così “facile” come sembra.
SINOSSI DEL FILM
In 35 anni Silvana ha avuto molti fidanzati, tutti immaginari. Quando Luca si presenta, con le sue lettere d’amore, lei è scossa, non è abituata ad essere corteggiata. Inizialmente lo rifiuta. Lui però non molla, la conquista con la sua gentilezza. Il loro è un amore imprevisto, c’è chi li guarda con sospetto, chi incuriosito, in pochi pensano veramente che tra i due possa esserci un legame profondo, come quello tra due adulti. Sognano di sposarsi e di vivere assieme, ma per chi ha la sindrome di Down non è così semplice. Passano dieci anni, il loro progetto incontra mille ostacoli burocratici e non, il matrimonio sembra un miraggio irraggiungibile.
Luca+Silvana, una storia d’amore dal sapore dolceamaro che invita a riflettere sul diritto universale di amare e condividere la vita con un’altra persona.
IL DOCUMENTARIO
Dopo la tappa bolzanina il documentario sarà protagonista anche di un altro festival regionale, è infatti stato selezionato anche per il Trento Film Festival (dal 30 aprile al 9 maggio) nella sezione Orizzonti vicini. A seguire inizierà la distribuzione del film attraverso la piattaforma online www.movieday.it, con accesso a più di 200 cinema in tutta Italia. Si tratta di una modalità particolare di distribuzione delle pellicole che conta sulla collaborazione di associazioni, enti, scuole e singoli cittadini interessati a portare il documentario nella propria città. Sono due le modalità con cui è possibile organizzare un evento di proiezione del documentario: la prima prevede la prenotazione di una sala nel cinema della propria città collegato a Movie Day assicurandosi un numero minimo di spettatori per confermare l’evento; in questo caso chi promuove l’evento non sosterrà nessun costo in quanto le spese saranno coperte dalle vendite dei biglietti. La seconda modalità, più indicata per chi ha un suo pubblico e volesse organizzare un evento in un luogo diverso dal cinema (circoli, associazioni, scuole) prevede l’acquisto della licenza tramite la piattaforma Movie Day.
“Vorremmo che il nostro film fosse anche un’occasione per sollevare un dibattito sulla sindrome di Down e sui diritti delle persone con disabilità, chiediamo agli interessati al tema di contattarci alla mail [email protected] e organizzare assieme la proiezione”, dichiara Massimiliano Gianotti, produttore del documentario e parte della troupe composta da: Stefano Lisci (regia), Massimiliano Gianotti (produzione), Beniamino Casagrande (fotografia), Martino Pellegrini (musiche), Maria Radicchi e Marco Vitale (montaggio), Ambrose Siyanga Mbuya e Patrick Bruttomesso (suono in presa diretta), Philippe Gozlan (sound design and mix), Gabrielle Cipolla (color correction), Sonia Galluzzo (graphic design), Elena Antonin (segreteria di produzione), Martin Rattini (consulente di produzione) e Valentina Cramerotti (ufficio stampa). La produzione è tutta altoatesina e fa capo a Cooperativa 19, un’impresa culturale e casa di produzione attiva dal 2011 con la mission di contribuire allo sviluppo del territorio attraverso la realizzazione di progetti culturali e prodotti artistici in grado di coinvolgere le comunità attraverso proposte di qualità, in cui l’arte e la creatività siano stimolo per una crescita individuale e collettiva.
Stefano Lisci è il regista del documentario di origina sarda, classe 1984, diplomato alla Zelig scuola di documentario, televisione e nuovi media di Bolzano, con specializzazione in fotografia. Dopo il tirocinio sul set di “Piccola Patria” di Alessandro Rossetto ha lavorato per diversi anni in set cinematografici, tra cui “Anita B” di Roberto Faenza e su quello di “Sils Maria” di Oliver Assayas. Dal 2015 tiene dei laboratori di cinema nelle scuole medie e superiori. Nel 2016 ha curato la regia del documentario Bar Mario.
La realizzazione del documentario è stata sostenuta da Mibact e Siae attraverso il programma “per chi crea”, IDM Film Commission, Lebenshilfe Onlus, Centro Audiovisivi Bolzano, Ufficio Politiche Sociali della Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio Famiglia, Donna, Gioventù e Promozione sociale del Comune di Bolzano, Rotaract Bolzano ma anche dai 12.000 euro raccolti con la fortunata e partecipata campagna di crowdfunding sulla piattaforma eppela (https://www.eppela.com/it/projects/21423-la-storia-d-amore-di-una-coppia-con-la-sindrome-di-down).
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