Politica
La prima commissione legislativa ha svolto ieri un’audizione sugli effetti della riforma del terzo settore
I rilievi delle organizzazioni di volontariato, le risposte dei rappresentanti del Ministero delle Politiche sociali, dell’amministrazione provinciale e del Centro Servizi per il Volontariato dell’Alto Adige.
Come riferisce la presidente, nella mattinata di ieri hanno esposto le loro preoccupazioni in merito alla riforma i promotori della petizione “Ehrenamt in Not” e rappresentanti di Palladio – UPAD, Alpenverein Südtirol, Federazione Cori dell’Alto Adige, Südtiroler Jugendring, compagnia degli Schützen di Lana, Federazione per il sociale e la sanità, Verband Südtiroler Musikkapellen, Südtiroler Theaterverband.
Nel pomeriggio sono intervenuti, oltre ai rappresentanti del Centro Servizi Volontariato – CSV Alto Adige ODV, il direttore generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il direttore sostituto per l’associazionismo della Provincia e un onorevole altoatesino che segue la tematica a Roma: essi hanno risposto ai rilievi evidenziati e tranquillizzato le associazioni affermando che si stanno cercando soluzioni e che non c’è pericolo di dover chiudere i battenti.
È stato chiarito, tra l’altro, che il registro delle associazioni potrà essere gestito anche da Regioni e Province autonome, che il termine di iscrizione attualmente fissato al 22 agosto potrà essere spostato e che molte associazioni non dovranno necessariamente iscriversi. Si troveranno anche soluzioni per continuare a corrispondere alcuni compensi, per esempio ai direttori di coro o d’orchestra.
Il Centro Servizi Volontariato ha riferito della sua attività, che comprende anche consulenza alle associazioni e interventi di formazione di funzionari comunali in modo che essi possano assistere le associazioni in loco. Esso provvederà a raccogliere le risposte date dal direttore generale del Ministero, che è già venuto altre volte in alto Adige per occuparsi del tema, e a metterle a disposizione delle associazioni.
Come riferisce ancora la presidente della commissione, le associazioni hanno segnalato che le difficoltà non derivano solo dalla normativa statale, ma anche dalla disciplina provinciale: per esempio, è problematico il fatto che i vari uffici competenti per la corresponsione dei contributi seguano procedure differenti: “È stato espresso il desiderio di una disciplina quadro a livello provinciale, con regolamentazione univoca, sull’esempio di quanto già fatto dalla Regione Toscana che ha emanato una propria legge nell’ambito della disciplina statale. La Provincia potrebbe integrare la sua legge con le nuove competenze”, conclude la presidente.
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