Politica
Referendum, Urzì: sopravvive anche la clausola di garanzia per Bolzano e Laives voluta da Fdi, sconfitta di Svp/Lega/FI

Poco se ne è parlato, ma nella revisione della legge sulla democrazia diretta che volevano imporre SVP Lega e Forza Italia e bocciata dal Referendum popolare come richiesto anche da Fdi c’era anche l’abolizione della clausola di garanzia per i comuni a maggioranza di lingua italiana.
In sostanza, e ciò grazie ad un emendamento presentato a suo tempo da FdI e approvato dal Consiglio provinciale, era stato introdotto il principio di una doppia maggioranza favorevole a modifiche di leggi di forte impatto sui territori dei comuni a maggioranza appunto di lingua italiana. Quindi una maggioranza sia a livello provinciale che una maggioranza anche fra i comuni interessati, ossia Bolzano, Laives, Bronzolo, Vadena e Salorno.
Ciò per evitare colpi di mano su questioni altamente sensibili, anche se non squisitamente etniche. La misura di garanzia sopravvive oggi nel testo di legge E il tentativo di abolire le norme di tutela verso le sensibilità di un gruppo linguistico è stato sventato.
Sopravvive quindi la norma voluta da Fratelli d’Italia a tutela delle comunità residenti nell’area soprattutto di Bolzano e Laives altrimenti normalmente ignorate dalla politica provinciale.
Il risultato della consultazione popolare è una battuta di arresto soprattutto degli alleati della SVP, Lega e Forza Italia, totalmente assenti in questa partita e piegati ai diktat di Kompatscher. Bocciatura anche per l’aggregazione civica di Zanin, che in questo caso si era distaccata dalle altre minoranze provinciali scegliendo la strada del sostegno incondizionato alla Svp. Ma uscendone scottata.
Una riflessione, comunque, a livello provinciale dovrà essere fatta sull’utilizzo dello strumento referendario che deve rimanere l’estrema ratio , come il dato di affluenza dimostra, e non lo strumento principe nell’esercizio della democrazia.
La politica deve assumersi le proprie responsabilità. In questo caso si è risposto con un referendum solo ad una totale chiusura della maggioranza di governo e all’indisponibilità a soluzioni condivise.
Il referendum è stato necessario, perché altrimenti sarebbe stato cancellato lo strumento della conferma popolare delle norme che ora sopravvive e come detto della garanzia verso la sensibilità del gruppo linguistico in primis italiano di fronte a possibili forzature su tematiche sensibili.
Una vittoria anche di Fratelli d’Italia. Lo ha affermato il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì.
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