Italia & Estero
Autotrasporto nel caos: nuove regole, vecchi inganni
Dovevano essere una svolta, si stanno rivelando l’ennesima beffa. Le modifiche recentemente introdotte in materia di tempi di pagamento e indennizzi per le attese al carico e scarico dei mezzi non solo non risolvono i problemi strutturali del settore dell’autotrasporto, ma rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione. A denunciarlo è Cinzia Franchini, presidente dell’associazione Ruote Libere, che parla senza mezzi termini di “ennesimo schiaffo alla categoria”.
“Il mondo dell’autotrasporto attendeva da tempo una svolta dal punto di vista legislativo, ma le modifiche normative da poco varate sono l’ennesima presa in giro. Non solo non si tengono in considerazione le richieste delle tante piccole e medie imprese piegate da una legge inapplicata fin dalla sua nascita, ma si finisce addirittura per peggiorare il quadro”, afferma Franchini, sottolineando come la sopravvivenza di molte aziende sia legata proprio a regole chiare e realmente applicabili.
Nel mirino della presidente di Ruote Libere ci sono due nodi centrali: i tempi di pagamento, ancora troppo lunghi e poco controllati, e l’indennizzo per le attese al carico e scarico, che resta privo di strumenti di verifica automatica. “Senza certezze sui pagamenti e tutele sulle attese, le imprese perdono competitività e vengono schiacciate da chi opera al di fuori delle regole. L’economia illegale, che non rispetta né tempi né norme, finisce per avere un vantaggio competitivo che mina l’intero sistema”, avverte.
A preoccupare è anche la nuova procedura prevista per segnalare i ritardi nei pagamenti: “Al posto di rafforzare i controlli e ridurre i tempi attuali, si introduce un ulteriore ostacolo burocratico: la verifica dell’Antitrust su segnalazione. Una misura che, nei fatti, renderà ancora più difficile intervenire e che pochi autotrasportatori avranno la possibilità di attivare”, denuncia Franchini.
Quanto all’indennizzo per le soste operative, l’apparente novità della riduzione della franchigia a un’ora e mezza viene definita un “specchietto per le allodole”. Dietro l’annuncio, infatti, manca qualunque meccanismo automatico di controllo o garanzia di applicazione reale, lasciando alla discrezionalità e alla buona volontà delle controparti il rispetto della norma.
Il quadro complessivo, secondo Ruote Libere, resta desolante: nessun passo avanti su temi cruciali come il rimborso dei pedaggi, la cronica carenza di infrastrutture e l’inarrestabile declino della professionalità nel settore, che continua a perdere attrattività e qualità. “Queste scelte legislative – conclude Franchini – non solo ignorano le vere esigenze del comparto, ma sembrano disegnate su misura per lasciare tutto immutato, condannando le aziende sane a lottare a mani nude contro un sistema sempre più squilibrato”.
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