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Bufera sul colosso immobiliare: blitz in Austria per Signa

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Un nuovo capitolo si apre nell’intricata vicenda giudiziaria che ruota attorno al crollo finanziario della Signa, l’impero immobiliare fondato dal magnate austriaco René Benko. All’alba di oggi, in Austria, una vasta operazione ha visto impegnati decine di agenti in perquisizioni simultanee negli uffici di Vienna e Innsbruck, nonché nella villa privata dello stesso Benko situata nel capoluogo tirolese.

“L’iniziativa è legata alle indagini aperte in Italia e Germania,” rivela il quotidiano austriaco Der Standard, che per primo ha dato notizia del blitz. Al centro degli accertamenti ci sono complesse operazioni immobiliari nel Nord Italia, ora oggetto d’indagine da parte della Procura di Trento.

La Procura anticorruzione di Vienna, che coordina il fronte austriaco dell’inchiesta, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sui motivi specifici delle perquisizioni, mantenendo il massimo riserbo. Tuttavia, secondo fonti giudiziarie, l’azione è avvenuta nell’ambito di una rogatoria internazionale su richiesta delle Procure di Trento e Monaco di Baviera.



Una trentina di agenti austriaci ha partecipato all’operazione, supportata da inquirenti italiani e tedeschi. Il materiale sequestrato riguarda un arco temporale molto ampio, dal 2017 fino ai giorni nostri, ampliando così il raggio delle indagini rispetto a precedenti interventi.

Uno dei punti più oscuri che le autorità tedesche intendono chiarire riguarda il destino di 113 milioni di euro trasferiti nel marzo 2022 da un fondo saudita per il progetto denominato “Franz”. “Lo stesso giorno, l’ingente somma sarebbe stata dirottata verso Signa Prime,” scrive Der Standard, “una società che già all’epoca presentava un disavanzo di oltre un miliardo di euro.”

Questo nuovo sviluppo giudiziario rischia di aggravare ulteriormente la posizione di Benko, già travolto dalle conseguenze del collasso del suo impero finanziario, considerato uno dei più clamorosi d’Europa degli ultimi anni.

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