Merano
Casette per i Sinti meranesi a 25 euro, FdI: “Canone che resta ridicolo, ora va aumentato”
A un anno di distanza dalla prima polemica si torna a parlare delle casette costruite dal Comune di Merano all’interno del nuovo campo nomadi tra la pista ciclabile per Lagundo e l’Adige, alla fine di via Postgranz.
Piccole abitazioni destinate ai sinti locali. A quel tempo, il dissenso si incentrava sulla delibera che determinava il canone per le strutture nella microarea: una cifra di soli 25 euro.
Si tratta della metà del minimo previsto da una legge provinciale sull’assegnazione degli alloggi pubblici – hanno spiegato – perché gli appartamenti sono sprovvisti della camera da letto. I nomadi che occupano il campo dormono infatti nelle roulotte posteggiate nei pressi delle strutture.
Il piccolo complesso è costato all’amminstrazione comunale circa 900mila euro tra opere di messa in sicurezza, adattamento del terreno e costruzione materiale delle casette, con relativa fornitura degli arredi.
Lungi dall’essersi esaurita, oggi la protesta riparte da Fratelli d’Italia.
“Ci troviamo nuovamente di fronte ad una decisione che ha dell’incredibile – denuncia il responsabile meranese di FdI Alfonso Ponticelli – . Le contestate villette che il Comune di Merano ha deciso di costruire come nuovo campo nomadi, che sono costate ai contribuenti un occhio della testa e arredate con piccoli angoli cottura pagati un vero e proprio sproposito, saranno nuovamente – in base alla deliberazione della giunta comunale a voti unanimi nr.477 del 12/11/2019 – assegnate a 25 euro mensili; metà del canone minimo mensile per alloggi pubblici.
Se già a monte la decisione di costruire delle vere e proprie casette ci sembrava folle, ci sembra ancora più folle continuare nel procedere all’assegnazione delle case con una cifra del tutto irrisoria a dispetto di tutti quei meranesi che – a parità di metratura e servizi – sono costretti a fronteggiare canoni di mercato proibitivi di 500-600 euro mensili“.
Continua Ponticelli: “Ci piacerebbe sapere se al momento attuale, tutti gli assegnatari degli alloggi, siano correttamente in regola con i pagamenti mensili dell’anno ormai passato e se abbiano effettivamente versato la cauzione d’uso, anch’essa irrisoria e pari a 75 euro.
Lo chiediamo per rispetto di tutti quei cittadini che, nel momento in cui non risultino in regola con i pagamenti si vedono arrivare nelle cassette delle poste una procedura di riscossione. Non vorremmo che in caso di mancato pagamento si chiudano gli occhi e si faccia finta di non vedere.
Ma ci chiediamo anche se tutti quei costi di interventi di pulizia del greto in quella zona del fiume, che costantemente bisogna effettuare, siano stati accollati a chi in quella zona vi risiede ed evidentemente pone in essere quegli sversamenti anomali“.
“Sarebbe stato corretto, dopo l’indignazione dell’anno passato della cittadinanza e della milionesima marcia indietro di qualche assessore, che da quest’anno i canoni di quegli alloggi fossero parificati al costo del canone sociale utilizzato per normali appartamenti per i normali cittadini.
In questo caso invece ci troviamo nuovamente di fronte ad una previsione privilegiata e senza alcun motivo dovuta ad uno status; previsione che lascia l’amaro in bocca a tutti i cittadini che non solo pagano un canone di locazione ma che, puntualmente , ogni anno sono costretti a presentare le relative certificazioni Isee per il calcolo del canone: altro adempimento burocratico non richiesto ai sinti“, conclude il coordinatore meranese.
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