Bolzano
Colpo da 4 milioni in autostrada: arrestati e poi prosciolti, sparisce tutto con un accordo segreto!
Un furto da capogiro, un’indagine serrata, un processo sfumato. È finita con un colpo di scena la vicenda giudiziaria del clamoroso furto di gioielli avvenuto nel 2023 sull’autostrada del Brennero: i quattro imputati, accusati di aver sottratto pietre preziose per un valore complessivo di 4 milioni e 600 mila euro, sono stati prosciolti dal gup di Bolzano. La decisione è arrivata dopo la remissione di querela da parte della vittima, che ha reso il reato non più perseguibile d’ufficio.
I quattro, tra cui un uomo di 41 anni difeso dagli avvocati Nicola Nettis e Antonio Cristallo, erano tutti residenti in Lombardia. Rischiavano pene comprese fra i 3 e i 10 anni di reclusione per furto aggravato in concorso. Ma prima dell’udienza, le parti hanno raggiunto un accordo extragiudiziale, i cui dettagli restano riservati. “Un’intesa significativa”, fanno trapelare fonti vicine alla difesa, che ha portato la parte offesa a ritirare la denuncia. Senza le aggravanti – come il danno ingente – il giudice non ha potuto far altro che dichiarare il non luogo a procedere.
Il furto aveva avuto luogo in circostanze degne di un film. Un rappresentante tedesco di preziosi, di ritorno da una fiera del settore nel Vicentino, si era fermato per una pausa all’area di servizio Isarco Est, nei pressi di Ponte Gardena. I ladri lo seguivano. Uno di loro, armato di coltello, aveva squarciato lo pneumatico del suo SUV, costringendolo a fermarsi poco dopo presso un’officina a Chiusa. Lì, mentre l’uomo era distratto, i malviventi avevano aperto il veicolo parcheggiato e prelevato il carico: una rubellite da 3,5 milioni di euro e una tormalina paraiba del valore superiore al milione.
Le indagini avevano portato rapidamente all’identificazione dei sospetti, grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza lungo la tratta autostradale. Il 41enne era stato arrestato, mentre gli altri tre erano stati denunciati a piede libero.
Oggi però, con la remissione della querela, il caso si chiude senza condanne. Nessuna pena, nessun risarcimento pubblico, solo un accordo privato che ha messo fine a uno dei furti più audaci degli ultimi anni.
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