Alto Adige
Concessionarie auto: ecco le richieste per la ripartenza del settore
Tra le attività economiche paralizzate dal Covid 19 ci sono anche i concessionari di autovetture che hanno dovuto interrompere la loro attività senza nemmeno poter consegnare le autovetture vendute che rappresenta solo una voce del danno subito.
Dalla produzione al trasporto è stato bloccato un settore che a livello nazionaleconta 200 mila addetti più tutto l’indotto.
Alla riapertura, alla pari di tutte le altre attività dovranno farsi carico della sanificazione dei locali, ma anche delle autovetture.
Vendite bloccate, ma anche i concessionari altoatesini hanno utilizzato la vendita online accompagnata da una particolare scontistica e dalla consegna a domicilio del venduto: iniziative che però non sono riuscite a mantenere un positivo trend di vendite.
La cassa integrazione è stata anticipata ai dipendenti dalle concessionarie perché anche in questo settore, si è sentita l’assenza dello Stato.
Si riparte, ma su quali basi? La richiesta è quella che il Governo italiano si allinei alle norme europee, invece di pagare ammende periodiche.
Il che vorrebbe dire poter scaricare il 100% dell’Iva sulle auto aziendali, i costi e gli oneri accessori e studiare un ammortamento vantaggioso per l’utente.
Potrebbe essere un modo per incentivare il rinnovo del parco macchine italiane che è tra i più obsoleti d’Europa.
Oltre ad un tavolo di lavoro al quale si dovrebbero sedere rappresentanti del governo, delle case produttrici e dei concessionari per gestire le nuove problematiche del settore, la richiesta è anche quella dell’istituzione di un Albo dei Concessionari oggi inesistente.
La ripartenza potrebbe essere caratterizzata da un riconoscimento della categoria che creerebbe presupposti del tutto diversi, rispetto a quelli attuali.
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