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Economia e Finanza

Decreto rifiuti, aumenteranno i costi per le imprese. Cna: “Rallentato l’iter verso l’economia circolare”

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CNA Trentino Alto Adige lancia l’allarme sul Decreto Rifiuti. Alcune norme del provvedimento, infatti, determinano un pesante aggravio di costi a carico delle imprese e mettono a rischio il percorso virtuoso verso l’economia circolare.

Claudio Corrarati, presidente della Confederazione dell’artigianato e della piccola impresa del Trentino Alto Adige, argomenta: “Il decreto interpreta erroneamente la definizione indicata nella Direttiva comunitaria trasformando di fatto in rifiuti urbani una quota rilevante di rifiuti speciali non pericolosi prodotti dalle imprese. Così non funziona. I rifiuti devono essere un’opportunità. Usiamo gli impianti virtuosi di smaltimento e monitoriamoli nelle emissioni. Ma i rifiuti diventino una risorsa”.

La novità – spiega la CNA – potrebbe rappresentare una semplificazione, potendo gestire i rifiuti speciali non pericolosi come rifiuti urbani ma nella sostanza comporterà un aumento dei costi per i produttori. Infatti, per molte imprese ci sarà un ampliamento delle superfici che rientrano nel computo della Tari con relativo incremento dell’imposta che, secondo le nostre stime, per alcuni settori potrebbe arrivare fino a cinque volte gli importi attuali”.

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Il correttivo introdotto nel corso dell’iter di conversione è insufficiente. La possibilità concessa alle imprese di scegliere una gestione a mercato di tali rifiuti risulta fittizia, in quanto non è chiaro l’effettivo risparmio sulla Tari, e soprattutto perché introduce un assurdo vincolo contrattuale di cinque anni che contrasta con la libertà dell’attività economica.

Infine il Decreto favorisce la gestione dei rifiuti speciali non pericolosi all’interno del servizio pubblico che molto difficilmente potrà garantire tassi di riciclo superiori a quelli realizzati negli anni dalla gestione a mercato.

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