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Musica

E’ uscito “Credo”, l’esordio da cantautore del maestro Vincenzo Incenzo, prodotto da Renato Zero

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E’ uscito lo scorso 19 Ottobre il primo album di Vincenzo Incenzo dal titolo “Credo“, prodotto da Renato Zero per Tattica, l’etichetta discografica indipendente del cantante romano.

Per Incenzo, già autore di brani per lo stesso Zero oltre che per Dalla, Venditti, Zarrillo e che sono entrati di diritto nella storia della musica italiana, è il primo lavoro da cantautore.

Album anticipato dal singolo “Je suis“, in onda nelle radio già dalla prima settimana di ottobre.

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Vincenzo, dopo aver scritto per Renato Zero, Zarrillo, Dalla e Venditti solo per citarne alcuni, come mai a 53 anni hai deciso di fare questo disco?

Si tratta emozionalmente di un ritorno. Sono partito a 18 anni per fare il cantautore anche se ho lavorato per gli altri ma di fatto non è cambiato molto.

Questo disco per me è la chiusura di un cerchio, e questo viaggio mi ha portato un’esperienza più forte dentro la quale ci sono le lezioni che ho appreso dai tanti artisti per cui ho composto canzoni.

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Nel testo di “Pensiero Unico” scrivi “fa paura il pensiero Unico”, però nel messaggio contenuto nell’anteprima dell’album ti rivolgi a chi ascolta come un uomo spaventato dall’impoverimento del linguaggio, dalla violenza verbale, dal dialogo che manca: oggi forse non è proprio questo il frutto del pensiero unico che a te fa paura?

Ci hanno educati alla paura di mettere il piede fuori di casa, oggi troviamo la socializzazione dentro casa attraverso la tecnologia.

Siamo oggetto facile dei cecchini del pensiero unico che lavorano sulle zone più deboli, demotivate; oggi c’è una felicità di facciata.

Abbiamo rinunciato alla felicità e alla sua ricerca. Questo mio desiderio di cantare viene anche da lì.

Un tempo la canzone era rivoluzione, testimone del tempo. Le canzoni possono guarirci dai mali.

Una canzone che mi è piaciuta particolarmente è “Prima di qualunque amore”. La domanda è: esistono amori qualunque o l’amore non è mai per caso?

L’amore non è mai per caso, c’è una forzatura che dà un’identità.

L’ amore per me si richiama a diversi versi di Pasolini dove lui per esempio metteva la madre prima di tutto.

L’amore arriva prima delle domande, delle certezze. Fa la differenza in un mondo dove può rappresentare una zattera di salvezza.

Musica Trap. Secondo te è frutto del qualunquismo o dobbiamo considerarla comunque un’espressione artistica?

Ti dico una cosa: sono molto incuriosito da questa nuova musica.

Oggi mi dispiace per i rapper che si stanno perdendo nelle discoteche. Dovrebbero prendere dai cantautori: il rap ti permette di raccontare la società coi suoi problemi, mentre oggi è solo suono.

Un rapper che mi piace molto ed ascolto volentieri è Caparezza; temi attuali e buona musica.

Progetti futuri invece ce ne sono?

Certo. Ora le cose che mi interessano sono i live. Voglio che da subito ci sia un rapporto autentico con il pubblico.

Con Renato Zero stiamo pensando di portare “Credo ” nei teatri, possiamo partire anche da realtà teatrali contenute.

A me interessa suonare da solo con pianoforte e chitarra in un trio o quartetto. Piano piano stiamo mettendo in moto la macchina.

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