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Società

Emergenza coronavirus: fra le categorie eroiche anche i camionisti e i corrieri

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Di eroi, in questo momento ce ne sono molti.

Tutte persone che hanno la grande responsabilità di aiutare la Nazione ad uscire da questa crisi.

Dal personale ospedaliero a quello delle forze dell’ordine, ai dipendenti dei supermercati e delle farmacie, per arrivare agli operatori ecologici e delle pulizie.

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Queste categorie non si possono fermare e volente e dolente sono quelle esposte maggiormente al rischio contagio.

Ma la lista è molto lunga. Tutti impegnati, con le risorse che hanno, per ottenere lo stesso scopo.

Ma tra di loro c’è una categoria che non è seconda nessuno e non viene mai menzionata, come se il loro lavoro fosse dovuto e scontato.

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Persone che se ne sentono di tutti i colori quando arrivano qualche minuto in ritardo e che spesso vengono bistrattati perché talvolta poco presentabili.

Già, magari hanno appena percorso qualche migliaio di chilometri in meno di venti ore per rifornire il vostro supermercato con l’insalata che tanto vi piace portare fresca sulla vostra tavola.

Oppure vi ha portato il gioiello tecnologico che avete acquistato su Amazon qualche ora prima.

Loro, i corrieri e i camionisti, stanno facendo gli straordinari in tutti i sensi. Questa crisi ha creato un buco di approvvigionamento merce che è stato calcolato attorno al 50%.

Tutta merce che si è fermata e che non viaggerà fino alla risoluzione del problema.

La categoria dei trasportatori, in questo momento, si sta indebitando per mantenere comunque il servizio che ha sempre fornito, per portare materiale medico agli ospedali e alimentare nei vari centri distributivi.

Una promessa fatta da quando esiste la ruota. In oltre si è aggiunto un picco improvviso del mercato on-line.

Purtroppo l’attesa rende l’essere umano nervoso e spesso bastano dieci minuti per far saltar le valvole a qualcuno. Ma non sempre un uomo, fatto di gambe e braccia, può arrivare puntuale con sessanta consegna da fare su un’area geografica molto ampia.

Sì, ma loro, con la pioggia o con la neve, sono sempre arrivati. Magari qualche minuto in ritardo, ma ce l’hanno sempre fatta.

Loro, lavorano di notte, di giorno, nel traffico, sulle montagne, con il caldo e con il freddo e soprattutto sempre sulla strada, che adesso, per loro è libera.

Ma di solito non lo è, anzi. Se si dovessero fermare loro, cosa succederebbe? Ci avete mai pensato? Provate a immaginare i supermarket vuoti, al ricambio dell’auto che arriva dopo un mese, allo stenditoio acquistato su internet da andare a prendere dall’altro capo del mondo.

La filiera del trasporto su gomma è molto imponente e conta, solo in Italia circa mezzo milione di persone impegnate tra camion, furgoni, navi e aerei.

E purtroppo è, al momento, l’unica garanzia che abbiamo per spostare qualsiasi tipo di merce da un posto all’altro.

Una busta di documenti importantissimi, un macchinario da trenta tonnellate, un carico di mele oppure uno di carta igienica. Non ha importanza cosa volete trasportare, loro lo fanno. Senza se e senza ma. Pensateci.

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