Qua la zampa
Ente nazionale cinofilia italiana: Fulvio Cobaldi ci spiega il pedigree
Cos’è’ un pedigree ? A cosa serve ? Questi sono gli interrogativi che talvolta bisognerebbe farsi prima di prendere un cane di razza. Una realtà che e’ ancora troppo poco conosciuta e che purtroppo permette di essere truffati.
Fulvio Cobaldi e Eva Marchetti sono i due responsabili che operano presso la delegazione ENCI ( ente nazionale cinofilia italiana ) per la provincia di Bolzano, con sede presso la fiera e apertura al pubblico tutti i lunedì dalle 17,30 alle 19,15.
L’obiettivo dell’associazione riguarda non solo il rilascio di tutte le documentazioni che interessano i cani di razza ma anche il fornire informazioni per evitare raggiri e fregature ad ignari proprietari cinofili.
Fulvio Cobaldi spiega quali sono la accortezze di base per evitare che ciò accada:“ Innanzitutto, mi sento di dire che un pedigree non è un certificato di nobiltà, e non definisce nessun cane di serie A o di serie B. In termini di affetto, un cane di razza non ne da di più o di meno rispetto ad uno adottato dal canile o trovatello”.
In Italia l’ente che cura l’iscrizione di un cane ai libri genealogici è l’ENCI (Ente Nazionale cinofilia italiana), affiliato alla FCI (Federazione cinofila internazionale) che raggruppa le federazioni cinofile di oltre 80 Paesi.
“Ecco perchè sul documento che viene rilasciato, ci deve essere il timbro di entrambi.” afferma Cobaldi.
“Ricordo inoltre – continua Cobaldi – che a livello europeo vige il divieto di commercializzare cuccioli privi di questo documento. Proprio per questo i negozi di animali e gli allevatori professionali sono tenuti a vendere solo animali con pedigree a norma con il decreto legislativo n. 529, del 30 dicembre 1992“.
Quindi, un cane privo di questa certificazione ufficiale, non è da considerarsi di razza, anche se a livello morfologico ha tutte le caratteristiche per esserlo.
I dati che si trovano sul pedigree sono:
- dati anagrafici e identificativi del cane (razza, nome, sesso, data di nascita, colore del mantello, microchip);
- numero d’iscrizione ad uno dei Registri di cui si compone il Libro genealogico;
- genealogia del cane (genitori, nonni, bisnonni e trisnonni);
- chi, tra gli antenati, è stato campione di bellezza o di lavoro in Italia o all’estero e ha conseguito risultati in prove, brevetti, selezioni e/o è stato sottoposto a controlli sanitari per le displasie.
(Dati non sempre con obbligo di trascrizione); - dati anagrafici del proprietario e dell’allevatore;
- tutti i passaggi di proprietà avuti del cane.
“Per sfatare la leggenda metropolitana fatta da alcuni negozianti che vendono cuccioli e che fanno discorsi del tipo “ cucciolo senza pedigree 400 euro o cucciolo con pedigree 800”, – continua Cobaldi – “ci tengo a precisare che ad un allevatore la richiesta di questo documento, costa tra una cosa e l’altra, circa una cinquantina di euro in totale. Quindi, se vengono fatti certi tipi di discorsi, consiglio vivamente di raddrizzare le antenne“.
Per concludere, se volete un cane perché volete che porti gioia alla vostra famiglia e condivida con voi il tempo libero, si può tranquillamente adottarne uno senza pedigree.
“Se invece, avete la convinzione di prendere un cane di razza pura perché volete fare mostre, esposizioni, lavoro o perché siete fissati con un certo tipo, dovete prenderlo per forza con il Pedigree perché solo il cane col Pedigree è ufficialmente dichiarato di razza pura.” – continua Fulvio Cobaldi – “I cani acquistati senza Pedigree perché così “non spendo molto ‘” o “tanto il documento non mi serve”, per la legge italiana, equivalgono a dei meticci. Quindi, se non ha un Pedigree ufficiale, vi stanno truffando. A meno che il venditore non avvisi subito che il cane non ha il Pedigree, ma che ha molte caratteristiche in comune con il cane di quella razza“.
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