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Italia ed estero

Fatta a pezzi e ritrovata nel bresciano: la vittima è Charlotte Angie. L’ex confessa l’omicidio

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Il cadavere di una giovane donna era stato trovato lo scorso 20 marzo, ridotto in pezzi e conservato in alcuni sacchi neri buttati in un dirupo della Valcamonica, nella frazione di Paline di Borno, in provincia di Brescia.

A diversi giorni dal macabro ritrovamento la svolta al giallo. Il corpo senza vita è della 26enne attrice hard Carol Maltesi, conosciuta come Charlotte Angie, che risultava scomparsa.

La ragazza è stata uccisa dal 43enne vicino di casa Davide Fontana, reo confesso e accusato ora di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.

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L’assassinio sarebbe avvenuto a gennaio a Milano. I due avrebbero avuto una relazione sentimentale, poi interrotta.

Sezionato più volte (almeno una quindicina di pezzi) e tenuto in un congelatore almeno fino a poco prima di essere gettato nella scarpata, il corpo di Carol era stato recuperato dopo la segnalazione di un 60enne del posto. Il passante, nel tentativo di rimuovere i sacchi nella convinzione si trattasse di spazzatura, ha subito allertato le forze dell’ordine.

A confermare l’appartenenza dei resti, oltre che alle caratteristiche fisiche che riportavano a una corporatura esile (era alta un metro e sessanta per cinquanta chili) anche l’individuazione di almeno sette degli undici tatuaggi appartenenti alla ragazza.

Dell’attrice hard nessuna traccia da settimane anche sui social. Nessuno inoltre sarebbe riuscito a contattarla telefonicamente. Avrebbe dovuto esibirsi in un locale in centro a Milano per una kermesse in programma dall’11 al 13 marzo.

Metà italiana e metà olandese, Charlotte Angie, come era conosciuta professionalmente, era mamma di un bambino di sei anni che vive con il padre.

Fontana, impiegato di banca e food blogger, ha raccontato di averla colpita alla testa più volte durante un litigio. In seguito le avrebbe sfigurato il volto e poi lo avrebbe smembrato con delle cesoie, oltre che a sezionare il cadavere, ma il resoconto dovrà ora essere confermato dall’autopsia.

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