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Salute

Gander: “A breve produrremo in Italia mascherine chirurgiche. Riportiamo nel Paese la produzione di un bene necessario”

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“Insomma, dopo giornate intense di videoconferenze, confronti, calcoli e valutazioni, abbiamo preso la nostra decisione: assieme ad alcuni partner stiamo per allestire una linea di produzione di mascherine  certificate in Italia”.

Con queste parole la bolzanina Stefania Gander pubblica la notizia dell’acquisto da parte sua e di altre persone di un macchinario destinato alla fabbricazione di mascherine.

“Abbiamo acquistato un macchinario in Cina, che ci arriverà il 23 aprile, per essere a regime produttivo tra il 4 e l’11 maggio, con una produzione di 5.000.000 di pezzi al mese (fino a 170.000 al giorno, di norma 150.000).

È qualcosa di più di una scelta imprenditoriale. Si tratta di riportare in Italia la produzione di un bene, la cui produzione era stata completamente de-localizzata per una questione di prezzi. Quindi la prima speranza è che si capisca, che se si vuole avere una produzione di mascherine in Italia, bisogna poi comprarle.

Da parte nostra, visti i prezzi assurdi che circolano, abbiamo deciso di mantenerci il più vicino possibile al costo di produzione. E devo dire che è stato un piacere confrontarsi coi nostri partner, ed aver riscontrato un’etica imprenditoriale che esclude qualsiasi forma di sciacallaggio: andiamo a produrre qualcosa che oggi è un bene primario e lo faremo nel modo più onesto possibile.

Non vendiamo ai singoli cittadini: i nostri lotti partono da #10.000 pezzi. Ci rivolgiamo a centrali d’acquisto, amministrazioni pubbliche, aziende, terzo settore.
Per chi lo desidera, abbiamo iniziato da oggi a raccogliere le prenotazioni.

Si tratta di una mascherina chirurgica, al momento con autocertificazione in deroga con ISS, in attesa del certificato appena partita la produzione.

Conformi a norma UNI EN 14683:2019 aggiornato il 17/03/2020 e conforme alla norma UNI EN ISO10993-1 in revisione corrente.
Se qualcuno volesse la scheda tecnica, basta chiedermela.

Ecco, questo è quello che abbiamo deciso di fare: è una nuova avventura che inizia, e con partner con cui sono fiera di poter collaborare.

Se avete bisogno di mascherine, sostenete le aziende italiane che hanno deciso di investire in questo settore. Noi abbiamo riportato la produzione in Italia, a voi aziende, enti locali, centrali d’acquisto il compito di farci rimanere”.

L’abbiamo contattata, e alla nostra domanda sul perché lei e gli altri abbiano deciso di comprare il macchinario ha risposto: ” Era un’idea su cui discutevamo già da un pò. Abbiamo dovuto analizzare le modalità di fabbricazione e quelle di vendita. Non nascondo che farlo con persone con cui c’è un rapporto di amicizia oltre che professionale, è stato entusiasmante. A mano a mano che il progetto diventava sempre più reale, cresceva una sana emozione, positiva.

Da settimane siamo rimasti invischiati nella negatività che ha portato questa emergenza Coronavirus, avevamo bisogno di qualcosa che ci portasse un pò di positività. E oggi pomeriggio, quando abbiamo avuto il primo ordine l’emozione è stata così forte da portarmi le lacrime agli occhi”.

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