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Bolzano

Giallo Neumair: i vestiti di Benno sotto la lente dei Ris

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Risulta iscritta nel registro degli indagati la commessa di origini argentine che la sera della scomparsa dei coniugi Neumair ha ospitato Benno, il figlio della coppia bolzanina sospettato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Agli inquirenti della Procura di Bolzano che stanno conducendo le indagini sul possibile omicidio di Laura Perselli e Peter Neumair, la ragazza ha consegnato i vestiti che la sera tra il 4 e il 5 gennaio Benno le aveva lasciato a casa. Si tratta di una felpa, un paio di calzini, tre magliette e un paio di jeans che Martina, questo il suo nome, ha accettato di mettere in lavatrice dopo che il l’amico/fidanzato le aveva chiesto di poter fare una doccia.

Ora l’ipotesi per lei è quella favoreggiamento. Un atto che però, come sottolinea il suo avvocato Federico Fava, dovrebbe essere archiviato rapidamente in quanto, almeno al momento, meramente formale come “atto dovuto”.

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Il procedimento – ha sottolineato Fava– a brevissimo sarà archiviato. La ragazza, molto spaventata dagli eventi, ha collaborato in maniera piena e spontanea con i magistrati”.

E ora quegli stessi indumenti rimasti nel suo appartamento e conservati fino alla decisione spontanea della consegna, sono passati sotto la lente di ingrandimento dei carabinieri del Ris di Parma che nelle prossime ore daranno un responso delle analisi effettuate. La 40enne afferma di non avere notato alcuna traccia di sangue sui vestiti, passati nelle mani degli investigatori già nella giornata di venerdì.

I militari del Reparto investigazioni scientifiche verificheranno l’eventuale presenza di tracce riconducibili a Laura e Peter. Se queste dovessero essere rinvenute, il complesso dell’impianto accusatorio sostenuto dai pm Igor Secco e Federica Iovene nei confronti di Benno Neumair verrebbe rafforzato nell’ipotesi dell’assassinio.

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Nel frattempo sono continuate le ricerche sul fiume Adige anche nella giornata di ieri (24 gennaio). Scattata l’allerta per l’avvistamento di un corpo a Salorno, si è poi verificato che si trattava di un falso allarme.

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