Italia & Estero
Giro di vite contro le aggressioni al personale sanitario: Il governo intensifica le misure di protezione
Il governo italiano ha annunciato una serie di misure drastiche per contrastare il crescente fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, segnalando un cambio di passo nella tutela degli operatori del settore salute. Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che prevede un inasprimento significativo delle pene per chi commette violenze contro medici, infermieri e altri professionisti sanitari.
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha illustrato i punti chiave del provvedimento, evidenziando l’aumento delle pene detentive fino a 5 anni e l’introduzione dell’arresto obbligatorio in flagranza di reato. Quest’ultima misura, in particolare, potrà essere differita fino a 48 ore, garantendo una maggiore flessibilità operativa alle forze dell’ordine. Nordio ha sottolineato come queste disposizioni mirino a creare un “forte effetto deterrente” contro atti che definisce “intollerabili”, specialmente considerando il sacrificio e l’impegno del personale sanitario in contesti già di per sé stressanti come ambulatori e pronto soccorso.
Ma il governo non si ferma qui. Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha anticipato l’intenzione dell’esecutivo di stanziare, nella prossima legge di Bilancio, fondi specifici per l’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle strutture sanitarie più a rischio. Questa misura, che richiederà un’adeguata copertura finanziaria, non è stata inclusa nel decreto legge appena approvato poiché necessita di un preliminare confronto con le Regioni e il Garante della privacy.
Mantovano ha assicurato che dal 1° gennaio 2025 saranno disponibili i presupposti per estendere la videosorveglianza dove necessario, segnalando un approccio ponderato che tiene conto delle complessità normative e delle implicazioni sulla privacy.
Queste iniziative legislative e finanziarie testimoniano la volontà del governo di affrontare con determinazione un problema che negli ultimi anni ha assunto proporzioni allarmanti, minando non solo la sicurezza degli operatori sanitari ma anche l’efficienza e la serenità dell’intero sistema sanitario nazionale.
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