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Il Phubbing: una nuova causa di stress genitoriale

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Tempi duri per i genitori che devono affrontare sempre più nuove problematiche nel rapporto con i loro figli. Certo molti comportamenti anomali sono causa diretta di concessioni fatte dai genitori per gestire l’attimo senza pensare al futuro.

Uno di questi è il “Phubbing” ovvero l’ossessione per lo smartphone anche in presenza di altre persone fino all’isolamento sociale reale. Sarà quindi meglio pensarci due volte prima di delegare al cellulare il ruolo di baby sitter.



Succede che chi usa in tutte le situazioni cellulare o tablet si senta invisibile fino a non partecipipare alle attività di gruppo.  Comportamento che ha riflessi negativi anche nel rapporto genitori – figli specialmente durante l’adolescenza.

Si tratta di un nuovo fattore di stress genitoriale che si aggiunge a tutti gli altri in rapporto anche all’età dei figli: privazione del sonno, le maggiori difficoltà a conciliare lavoro e famiglia; nell’età della scuola primaria l’obbligo dei genitori di accompagnare i figli nei diversi aspetti della loro evoluzione.

Non mancano le preoccupazioni legati a situazioni e comportamenti pericolosi e la mai facile mediazione verso l’indipendenza.

Un altro problema è la pressione dei coetanei che spesso non è in sintonia con le linee guida dei genitori. Senza contare le criticità economiche conseguenti all’acquisto del materiale didattico o frequentazioni di attività sportive.

La soluzione non è nemmeno quella di ricorrere ai nonni ed allora cosa si può fare? Occorre agire a monte, spegnere i cellulari e liberare le menti.

Considerare il tempo dedicato ai figli come tempo utile anche per la società alla pari di quello lavorativo. Molto importante la creazione di reti tra le famiglie che evitino l’isolamento e quindi la solitudine e siamo ad un passo dalla depressione. Possono supportare le parrocchie e le scuole.

Insomma i ragazzi devono tornare ad essere pronti a vivere la loro vita reale anche con una disciplina sportiva scelta perché piace e non perché si è costretti. Sviluppare le attività motorie di base per essere soggetti attivi.

Solo così cellulare o tablet non saranno più rifugi o unici momenti di divertimento, ma potranno diventare compagni occasionali della vita quotidiana.   

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