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Italia ed estero

La picchia per mesi: a Trento una madre disperata denuncia alla polizia la figlia 16enne

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La Squadra Mobile della Questura di Trento al termine di un’attività investigativa, coordinata dalla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Trento, ha eseguito una misura cautelare restrittiva della libertà personale a carico di una ragazza italiana sedicenne, perché ha più volte malmenato la madre, fino a provocarle anche il ricorso a ripetute cure mediche in ospedale.

Le indagini sono state avviate dopo che la stessa madre della minore, esasperata ed impaurita per le vessazioni fisiche e psicologiche subite, si è decisa a raccontare alle Polizia le aggressioni di cui è stata vittima.

In particolare, la donna ha descritto un quadro di ripetute violenze ed aggressioni iniziate circa un anno fa. A nulla sono valsi gli interventi degli assistenti sociali, così come degli psicologici, incaricati dal Tribunale per i Minorenni di Trento, che hanno constatato un’assoluta volontà di sopraffazione della minore nei confronti del genitore.

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Nel corso di un’audizione, la ragazza ha ammesso di essere consapevole della pericolosità dei suoi comportamenti nei confronti della madre. Ma allo stesso tempo non ha mostrato alcuna volontà di interrompere le aggressioni fisiche e psicologiche.

Quest’ultima, davanti agli investigatori della Squadra Mobile, ha raccontato di essere stata costretta dalla ragazza, sotto la minaccia di aggressioni anche con oggetti contundenti come forbici a consegnarle denaro per comprare la droga.

Inoltre, più volte la minore, senza alcun preavviso ha trascorso la notte fuori della propria abitazione, senza indicare con chi e dove si trovasse. Nel corso delle indagini sono stati ascoltati alcuni testimoni così come coetanee della minorenne, che hanno confermato il quadro di violenze inferte dalla figlia alla madre, tale da determinare il ripetuto ricorso a cure mediche.

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Nel mese di gennaio la donna è stata aggredita dalla figlia che le ha provocato una contusione ad un braccio guaribile in venti giorni. Allo stesso modo nel mese di marzo, in pieno lockdown, la donna è stata schiaffeggiata e si è dovuta far curare in ospedale.

Ulteriori ricorsi a cure mediche ospedaliere sono state accertate dagli investigatori della Squadra Mobile, in due occasioni, rispettivamente nel mese di aprile e giugno. Nel primo episodio, la donna, nel corso dell’ennesimo litigio con la figlia, sorto per l’insofferenza della ragazzina a sottostare a qualunque regola, è stata spinta, cadendo così dalle scale della propria abitazione, procurandosi uno stiramento della gamba.

Nel secondo episodio, la donna è stata aggredita con un oggetto lanciato dalla minore, che ha provocato alla made un trauma alla testa. In considerazione dell’escalation di violenze rilevate nel corso delle indagini, l’Autorità giudiziaria minorile ha disposto che la ragazza per i prossimi tre mesi, prescindendo dalla sua volontà, fosse collocata in una comunità per seguire dei programmi educativi, nonché attività di studio finalizzate ad un suo pieno recupero.

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