Italia ed estero
La tragedia familiare che ha scosso l’Italia: ergastolo per i genitori di Saman
La Corte di Assise di Reggio Emilia ha emesso il suo verdetto sotto il peso di un silenzio carico di tensione: i genitori di Saman Abbas, la giovane di 18 anni originaria del Pakistan e residente a Novellara, sono stati condannati all’ergastolo, un verdetto che segna la fine di un caso che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso.
Il padre di Saman, Shabbar Abbas, estratto dal cuore del Punjab grazie a un’estradizione storica, e la madre Nazia Shaheen, ancora latitante, sono stati riconosciuti colpevoli di un crimine che ha infranto ogni codice di umanità: l’uccisione della propria figlia. Non una sepoltura segreta, nessun occultamento del cadavere; la loro stessa carne e sangue lasciata senza un degno riposo.
Il verdetto, che è stato anticipato da una lunga attesa di cinque ore in camera di consiglio, ha visto anche lo zio, Danish Hasnain, condannato a 14 anni di reclusione, una pena ridotta per via del rito abbreviato e la concessione di attenuanti generiche.
In un rovescio di fortuna drammatico, i cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, hanno lasciato l’aula non come prigionieri ma come uomini liberi, liberati dalle catene dell’accusa e dall’ombra di un crimine familiare che non hanno commesso.
Il teatro del tribunale ha anche visto la caduta delle richieste risarcitorie del fidanzato e del fratello della vittima, lasciando le associazioni a sostegno delle donne e le comunità islamiche come uniche beneficiarie di un magro conforto finanziario, con somme assegnate simbolicamente per una lotta contro l’oppressione che continua.
Il padre di Saman, nel suo ultimo atto davanti ai giudici, ha offerto una dichiarazione straziante, negando ogni accusa con una passione che ha trovato il suo apice in lacrime di disperazione. “Mai nella vita mia ho pensato di uccidere mia figlia. Neanche gli animali fanno queste cose,” ha esclamato, in una confessione che ha scosso l’aula.
Ora, con il calare del sipario su questo capitolo buio, la comunità di Novellara si trova a dover ricostruire, a cercare di comprendere come il tessuto stesso di una famiglia possa essere stato lacerato così crudelmente. Per due cugini, la vita riprende in una “nuova epoca di libertà”, mentre per altri, le porte del carcere si chiudono con la certezza di una giustizia amara che non riporterà indietro Saman.
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