Lavoro nero in cantiere: scoperti nove operai irregolari, uno senza permesso di soggiorno

Un’operazione della Guardia di Finanza di Bressanone ha portato alla luce un grave caso di sfruttamento del lavoro sommerso in un cantiere edile a Maranza, dove erano impiegati nove operai completamente “in nero”.

I lavoratori, tutti di nazionalità marocchina, stavano effettuando lavori di demolizione su una struttura alberghiera per conto di una ditta edile con sede in Val Pusteria.

All’arrivo delle Fiamme Gialle, gli operai hanno tentato la fuga: alcuni si sono dileguati nei campi circostanti, altri hanno cercato riparo in un ristorante del paese. Il tentativo di sfuggire ai controlli si è però rivelato inutile: i militari sono riusciti a rintracciarli e identificarli tutti.

Uno dei nove è risultato senza il permesso di soggiorno, circostanza che ha fatto scattare la denuncia a carico del titolare dell’impresa.

Dalle verifiche successive è emerso che nessuno degli operai era stato assunto in modo regolare, né risultava coperto da assicurazione.

Tutti hanno riferito di lavorare da pochi giorni, una dichiarazione che – secondo la Guardia di Finanza – viene spesso utilizzata per cercare d’alleggerire la posizione del datore di lavoro, ma che non basta ad escluderne le responsabilità.

L’intervento si è concluso con l’irrogazione di sanzioni amministrative per oltre 36 mila euro e con la proposta di sospensione dell’attività imprenditoriale, che sarà valutata dall’Ispettorato del Lavoro di Bolzano.

L’operazione rientra nell’azione di contrasto al fenomeno del lavoro irregolare portata avanti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bolzano, che sottolinea come queste pratiche violino i diritti fondamentali dei lavoratori e alterino il corretto funzionamento del mercato, garantendo vantaggi illeciti a chi opera fuori dalle regole, a discapito delle imprese oneste.