Alto Adige
Livelli essenziali di assistenza sanitaria: Bolzano ultima in Italia?
Bolzano ultima in Italia per i livelli minimi di assistenza sanitaria.
A dirlo è uno studio sul monitoraggio dei livelli di assistenza in Italia condotto dal Ministero della Salute e che per la prima volta prende in considerazione le Province autonome di Bolzano e Trento e le Regioni a statuto speciale, che solitamente non vengono sottoposte alla verifica sugli adempimenti.
Tra questi, rientra quello relativo all’area “Mantenimento nell’erogazione dei LEA”, che viene certificato attraverso l’utilizzo di un set di indicatori, la cosiddetta Griglia LEA, ripartiti tra l’attività di assistenza negli ambienti di vita e di lavoro, l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera.
A guidare le otto regioni che hanno ottenuto un punteggio superiore a 200 in questa particolare classifica è il Piemonte, mentre altre otto raggiungono un livello minimo accettabile (che va tra i 200 e 160 punti).
Cattive notizie invece per cinque regioni, ovvero quelle che hanno ottenuto un punteggio inferiore a 160.
Le Regioni ordinarie, per poter accedere al maggior finanziamento del SSN (sistema sanitario nazionale – quota premiale del 3% delle somme dovute a titolo di finanziamento della quota indistinta del fabbisogno sanitario al netto delle entrate proprie), sono tenute a una serie di adempimenti, in base all’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005.
Ciò significa che nel resto d’Italia le Aziende sanitarie, per poter ricevere finanziamenti, devono dimostrare di sapere erogare dei servizi di qualità (accesso premiale).
Se un sistema sanitario funziona viene finanziato, in caso contrario viene invitato alla revisione dei livelli minimi di qualità sulle prestazioni.
Le Regioni sottoposte alla verifica di tali adempimenti sono dunque quelle ordinarie e la Sicilia (sono escluse la Valle d’Aosta, le due Province Autonome di Bolzano e Trento, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna dal 2010).
La verifica è a cura di un apposito comitato (Comitato LEA) per il monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell’utilizzo delle risorse, al fine di promuovere e garantire l’effettiva erogazione e l’uniformità sul territorio.
Prime in classifica, come da griglia sotto riportata, risultano Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Umbria, Abruzzo e Marche.
Le altre otto Regioni che si collocano in un punteggio compreso tra 200 e 160 (livello minimo accettabile) sono: Liguria, Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Provincia Autonoma di Trento, Lazio, Puglia, Molise e Sicilia.
Le Regioni Campania, Valle d’Aosta, Sardegna, Calabria e la Provincia Autonoma di Bolzano si caratterizzano per i punteggi inferiori a 160 e presentano diverse criticità ascrivibili in particolare all’area della prevenzione (screening e coperture vaccinali) e all’area distrettuale (residenziali anziani e disabili).
In contrasto con le eccellenze decantate al ritmo del tamburo battente dei comunicati da diffondere alla stampa locale, la Provincia di Bolzano, addirittura, si posiziona come fanalino di coda. Una posizione che tuttavia potrebbe cambiare dato il mancato invio da parte dell’Azienda sanitaria locale di alcuni pacchetti di informazione circa lo stato dell’erogazione dei servizi a livello locale, ma il dato risulta comunque allarmante.
Nella tabella sottostante vengono riportati, per l’anno 2017, gli esiti della valutazione (Regione adempiente o inadempiente). Nella tabella vengono indicati (nelle celle di colore bianco) anche i punteggi delle Regioni a statuto speciale non sottoposte alla verifica adempimenti (Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e le Province Autonome di Trento e Bolzano).
Da notare che le Regioni Calabria e Campania, entrambe sottoposte a regime commissariale, presentano una situazione differente. Mentre la Calabria raggiunge un punteggio inferiore rispetto all’anno precedente, la Campania ha un punteggio migliorativo anche se non raggiunge ancora il livello minimo accettabile.
(Con riferimento alla P.A. di Bolzano, alla Sardegna e alla Valle d’Aosta si evidenzia il mancato invio di alcuni flussi informativi obbligatori).
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