Politica
M5S a Roma, Gallo:”Piena condivisione dal Ministero delle nostre proposte sulla sanità”

“Ho lavorato per oltre 20 anni con il Ministero della Salute, ero persona di fiducia del direttore generale delle programmazione prima, poi diventato capo dipartimento della qualità.
Di ministri ne ho conosciuti sei, ma mai nessuno così per bene, competente e umano come Giulia Grillo.
Altra storia, persona del popolo che lavora per il popolo”.
Questo il commento a caldo di Costantino Gallo sul viaggio a Roma intrapreso il 3 ottobre con la delegazione del MoVimento 5 Stelle altoatesino guidata dal candidato dell’Alto Adige Diego Nicolini e alla presenza del candidato del Trentino Filippo De Gasperi.
E sulle proposte del MoVimento 5 Stelle pare esserci piena condivisione da parte del Ministero.
La ministra Grillo si sarebbe infatti detta disponibile all’adozione di una norma ad hoc per l’eliminazione di ogni interferenza sulle nomine da parte della politica e ad accoglierela tesi della riapertura dei punti nascita di San Candido e Vipiteno.
Gallo, direttore dell’UOSD Progetti e Ricerca clinica dell’Azienda ospedaliera Università di Padova e grande conoscitore della sanità altoatesina, ha partecipato all’incontro al quale era presente anche il ministro per il rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, durante il quale si è discusso in modo circolare di tutte le problematiche inerenti le questioni sanitarie dell’Alto Adige e del Trentino.
Tra le questioni emerse e che accomunano tutte e due le province autonome c’è la misura del tasso di investimenti in sanità pro capite, che nel caso di Bolzano è il più alto d’Italia.
“E’ assurdo – dice Gallo – che in Alto Adige, provincia autonoma da ben 1 miliardo e 300 milioni di investimento sanitario, di cui circa 800 milioni dallo Stato e altri 500 messi a disposizione dalla Provincia Autonoma, non si riesca ad erogare servizi non dico di eccellenza, ma quanto meno di buon livello”.
E a questo proposito fa un confronto col modello del Veneto, che dopo i tagli dello scorso anno si ritrova oggi con un numero ridotto di 9 Aziende Sanitarie più due aziende ospedaliere universitarie e un istituto oncologico: un sistema che nel suo complesso costa “solo” 9 miliardi.
“In Alto Adige ci sono 5 enti erogatori: l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige più i quattro comprensori che godono più o meno di autonomia economica e finanziaria nel fare contratti. Si capisce come in un territorio così piccolo – conclude – mettere in mano la sanità a cinque realtà non può che creare difficoltà di gestione“.
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