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Benessere e Salute

“Mamma ho mal di pancia”. Quando mio figlio non vuole andare a scuola

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La routine mattutina di ogni famiglia richiede una buona capacità organizzativa per riuscire ad incastrare esigenze e orari di grandi e piccini. Capita a volte che il tran-tran quotidiano sia spezzato da capricci e pianti del proprio bambino che si rifiuta di andare a scuola. 

Ma come capire se il pianto di mio figlio è dettato dalla stanchezza mattutina oppure da un vero e proprio disagio?

I bambini sono sempre più impegnati in attività come il calcio, rientri al pomeriggio, nuoto, lezioni di musica ecc… e può capitare che in alcuni momenti siano particolarmente stanchi e stressati. 

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Così come per noi adulti mantenere il ritmo dei numerosi impegni giornalieri può essere faticoso e destabilizzante, lo stesso accade per i più piccoli che possono rifiutarsi di voler andare a scuola.

È quindi importante essere un buon osservatore e capire se sia il momento di rallentare e dare spazio a pomeriggi a casa insieme alla mamma o al papà per recuperare le energie perse.

E quando la causa del disagio è il mal di pancia?

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Il mal di pancia non dovrebbe essere visto dal genitore come una semplice scusa per non andare a scuola ma come un indice di malessere che potrebbe avere sia cause organiche che psicologiche.

Spesso con i più piccoli è complicato capirne l’origine perché ancora non riescono ad esprimere con precisione quale parte del corpo fa male. Il primo passo importante è quindi fare una visita dal proprio pediatra di fiducia. 

Capita però che la causa possa essere determinata da paure, ansie e preoccupazioni ed è quindi consigliabile affrontare il dolore del bambino con le giuste attenzioni, ma senza amplificare il problema o soffermarvisi eccessivamente.

Una strategia immediata potrebbe, quindi, essere quella di trovare insieme al proprio figlio una soluzione a quel fastidioso male, per insegnargli a superare il dolore anche da solo. E allora lasciate libero sfogo alla fantasia con formule magiche risolutive, massaggi tranquillizzanti o scatoline del mal di pancia in cui racchiudere tutto il male provato.

Allo stesso tempo è importante ascoltare il bambino, imparare a comunicare con lui in modo efficace, aiutandolo a esprimere le proprie emozioni.

Evitate quindi domande dirette in cui si cerca di risalire a una spiegazione di quel malessere: vostro figlio potrebbe non collegarne la causa e addurre a spiegazioni non realistiche per cercare di accontentarvi nella risposta.

Provate, invece, ad accogliere le emozioni di vostro figlio portandolo indirettamente a raccontarsi in modo tale che si senta libero di esprimersi e parlare delle proprie difficoltà.

E’, infine, importante assicurarsi che a scuola vada tutto bene richiedendo un colloquio con le maestre oppure con lo psicologo scolastico a disposizione della scuola.

La routine mattutina di ogni famiglia richiede una buona capacità organizzativa per riuscire ad incastrare esigenze e orari di grandi e piccini. Capita a volte che il tran-tran quotidiano sia spezzato da capricci e pianti del proprio bambino che si rifiuta di andare a scuola. 

Ma come capire se il pianto di mio figlio è dettato dalla stanchezza mattutina oppure da un vero e proprio disagio?

I bambini sono sempre più impegnati in attività come il calcio, rientri al pomeriggio, nuoto, lezioni di musica ecc… e può capitare che in alcuni momenti siano particolarmente stanchi e stressati. 

Così come per noi adulti mantenere il ritmo dei numerosi impegni giornalieri può essere faticoso e destabilizzante, lo stesso accade per i più piccoli che possono rifiutarsi di voler andare a scuola.

È quindi importante essere un buon osservatore e capire se sia il momento di rallentare e dare spazio a pomeriggi a casa insieme alla mamma o al papà per recuperare le energie perse.

E quando la causa del disagio è il mal di pancia?

Il mal di pancia non dovrebbe essere visto dal genitore come una semplice scusa per non andare a scuola ma come un indice di malessere che potrebbe avere sia cause organiche che psicologiche.

Spesso con i più piccoli è complicato capirne l’origine perché ancora non riescono ad esprimere con precisione quale parte del corpo fa male. Il primo passo importante è quindi fare una visita dal proprio pediatra di fiducia. 

Capita però che la causa possa essere determinata da paure, ansie e preoccupazioni ed è quindi consigliabile affrontare il dolore del bambino con le giuste attenzioni, ma senza amplificare il problema o soffermarvisi eccessivamente.

Una strategia immediata potrebbe, quindi, essere quella di trovare insieme al proprio figlio una soluzione a quel fastidioso male, per insegnargli a superare il dolore anche da solo. E allora lasciate libero sfogo alla fantasia con formule magiche risolutive, massaggi tranquillizzanti o scatoline del mal di pancia in cui racchiudere tutto il male provato.

Allo stesso tempo è importante ascoltare il bambino, imparare a comunicare con lui in modo efficace, aiutandolo a esprimere le proprie emozioni.

Evitate quindi domande dirette in cui si cerca di risalire a una spiegazione di quel malessere: vostro figlio potrebbe non collegarne la causa e addurre a spiegazioni non realistiche per cercare di accontentarvi nella risposta.

Provate, invece, ad accogliere le emozioni di vostro figlio portandolo indirettamente a raccontarsi in modo tale che si senta libero di esprimersi e parlare delle proprie difficoltà.

E’, infine, importante assicurarsi che a scuola vada tutto bene richiedendo un colloquio con le maestre oppure con lo psicologo scolastico a disposizione della scuola.

Il contributo per La voce di Bolzano è della Dott.ssa Alice Panicciari, Psicologa dell’età evolutiva, esperta in Psicologia Scolastica e Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Svolge da anni consulenze alle famiglie, lavora come Psicologa Scolastica e svolge progetti d’intervento e formativi all’interno delle scuole.

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