Benessere e Salute
Medicina generale: scambio tra Provincia, sindacati e Asdaa
Ha avuto luogo ieri mattina l’incontro tra Dipartimento alla Salute, Azienda Sanitaria e i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali SNAMI, FIMMG, e SMI dei medici di medicina generale. Al centro del discorso le misure e gli obiettivi che dovranno essere inseriti nel nuovo accordo integrativo provinciale per la medicina generale.
Sviluppo dell’assistenza territoriale, percorsi di cura e reti multiprofessionali
Il presidente e assessore alla salute Arno Kompatscher ha ricordato i contenuti dell’atto di programmazione che rappresenta il punto di partenza per le trattative sul nuovo accordo integrativo provinciale già concordato con i rappresentanti dei medici di medicina generale. “In futuro vogliamo riuscire ad assistere sempre più persone in prossimità domiciliare, ove necessario anche a casa. Specialmente i malati cronici o pazienti fragili possono essere seguiti molto bene per questioni meno complesse, se ci sono i percorsi di cura ed una rete assistenziale multiprofessionale. Questo ci consentirà anche di ridurre la pressione sugli ospedali“.
Valorizzare la professione
“I medici di medicina generale sono il primo interlocutore per la popolazione, ma anche in Alto Adige scarseggiano. Per ampliare l’assistenza sul territorio e poter contare su medici giovani dobbiamo rendere la professione più attrattiva“, hanno sottolineato i rappresentanti sindacali Susanna Hofmann e Klemens von Lutterotti (SNAMI), Luigi Rubino, Fabio Salvio e Domenico Bossio (FIMMG) e Gianni Pontarelli (SMI). Obiettivo raggiungibile attraverso incentivi finanziari e misure di sostegno che permettano ai medici di medicina generale di assumere personale amministrativo ed infermieristico o di acquistare strumenti diagnostici. Altra richiesta fortemente condivisa: la semplificazione burocratica.
Sostegni per servizi aggiuntivi, giovani medici, ambulatori periferici
Le proposte di soluzione concreta alle richieste avanzate sono state illustrate da Günther Burger, Direttore del Dipartimento provinciale alla Salute. “Prevediamo di mettere a disposizione indennità aggiuntive a chi offre prestazioni aggiuntive. Un’attenzione particolare va riservata agli ambulatori in periferia che non hanno la possibilità di organizzarsi in medicine di gruppo o di rete e hanno pertanto ancora più bisogno di personale di segreteria ed infermieristico che li sostenga. Di particolare rilievo per loro è anche l’accesso alla telemedicina ed all’utilizzo di strumenti diagnostici. Stiamo lavorando inoltre ad incentivi finanziari per i giovani medici che scelgono di lavorare in zone periferiche da tempo scoperte“. Tra gli ulteriori obiettivi vi sono l’ampliamento delle medicine di gruppo, dove più studi medici condividono una stessa sede, rafforzare la rete tra ospedale e territorio, ampliare la continuità assistenziale e l’assistenza domiciliare integrata.
Le misure discusse ora dovranno essere inserite nel nuovo accordo integrativo provinciale. Pur essendo la medicina generale regolamentata dai contratti collettivi nazionali, le specificità locali possono infatti essere regolamentate da accordi integrativi provinciale. L’ultimo accordo attualmente in vigore risale al 2017, a breve sarà rinegoziato.
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