Società
Mercoledì delle Ceneri, Mons. Muser: “Il marchio dei cristiani è la croce di Gesù”

“Il marchio della fede cristiana non è una croce qualsiasi. È la croce di Gesù. Un’affermazione forte e provocatoria che interroga ciascuno di noi in questo primo giorno di Quaresima”, ha sottolineato il vescovo Ivo Muser questa mattina (6 marzo) durante la celebrazione della messa per il mercoledì delle ceneri nel Duomo di Bolzano.
Una funzione concelebrata da mons. Edward Mapunda, vescovo di Singida (Tanzania) e mons. Francesco Sarego, vescovo emerito in Papua Nuova Guinea e durante la quale il presule ha ricordato che accettare la croce è tutt’altro che facile.
“Chi porta volontariamente una croce – ha detto il vescovo – esprime solidarietà verso coloro i quali la croce se la sono vista imporre con la forza. Chi porta volontariamente una croce si unisce a chi è obbligato a sopportare la sofferenza e il bisogno. Ci sono così tanti uomini e donne che devono portare una qualche forma di croce, che lo vogliano o no. Oggi noi ci uniamo a queste persone. E per farlo ci vuole coraggio”.
Così come serve coraggio per accettare la realtà che ci viene ricordata con il semplice gesto dell’imposizione delle Ceneri.
“Suonerà sicuramente impopolare – ha sottolineato il vescovo – ma la cenere è cenere. E le parole con cui oggi vengono imposte le Ceneri sono molto dirette: ricordati che sei polvere e polvere ritornerai.
Indipendentemente da chi tu sia, da che immagine hai di te, dalle tue qualità o da quello che pensi di avere più degli altri, sei polvere. E tornerai ad essere polvere. Una realtà che vale per tutti, per uomini e donne, ricchi e poveri, persone sagge e semplici, casalinghe, vescovi, insegnanti, ministri, uomini d’affari e sportivi”.
Al termine della messa i giovani della Skj hanno presentato l’iniziativa “I brenn für di!” (ardo per te). In tutte le parrocchie della Diocesi sono state distribuite delle candele, realizzate in collaborazione con la “Lebenshilfe Onlus”.
L’invito è quello di accenderle spesso durante la Quaresima, affinché la loro luce e il loro calore riscaldino il cuore delle persone e riaccendano la sensibilità verso gli altri.
“Che la luce di queste candele – ha detto mons. Muser – ci accompagni durante il cammino di Quaresima, verso la grande luce della Pasqua”.
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