Società
Oggi il Processo Angeli e Demoni: cosa c’è ancora da scoprire nel sommerso delle false perizie sugli affidi

Oggi, 30 ottobre c’è stata l’udienza preliminare del processo nominato “Angeli e Demoni” in cui viene indagato un mondo rimasto sotterraneo per lunghi anni e che riguarda bambini e le loro famiglie, assistenti sociali, psicologi e sindaci. Bambini interrogati con metodi disumani e manipolatori accusano persone innocenti che, senza alcuna perizia, finiscono in carcere per oltre 10 anni e che oltre ad essere accusati di orribili crimini vengono allontanati dai loro figli, finiti nel tunnel degli affidi.
Oggi sono stati sentiti 155 testimoni, saranno discusse 25 richieste di rinvio a giudizio, per diversi reati come abuso d’ufficio, falsa perizia anche attraverso l’altrui inganno, falso ideologico in atto pubblico, lesioni dolose gravissime ecc.
L’indagine è iniziata nel 2018 porta alla luce una rete di professionisti che stilano relazioni su basi false e ottenute con pressioni e plagio su minori.
Nell’occhio del ciclone è il metodo Foti inerente “l’emersione dei ricordi rimossi dell’”abuso”. Secondo questo metodo gli abusi subiti verrebbero rimossi dai bambini e gli psicologi, attraverso determinate tecniche, avrebbero dovuto portare alla luce tali ricordi. La suggestionabilità del metodo e lunghi e stressanti interrogatori avrebbero infatti portato minori a dichiarare inesistenti atti sessuali e uccisioni ai quali avrebbero partecipato e/o assistito.
Oggi con questo articolo si apre l’inchiesta della nostra redazione su Angeli e Demoni e su fatti similari ai drammi della Bassa Modenese, non certo per scoprire nuove vicende, che ormai attraverso innumerevoli indagini, sono state portate alla luce e neanche per darne una adeguata ricostruzione perché abbiamo già l’incredibile libro “Veleno – una storia vera” del giornalista Pablo Trincia in cui viene scoperchiato un mondo e passo, dopo passo, intervista, dopo intervista, non solo vengono ricostruiti fatti giudiziari, ma il lettore viene portato in un mondo oscuro e incredibile del quale si prova un forte rifiuto e disprezzo, ma allo stesso tempo diventa davvero difficile non interessarsi.
E’ un libro da leggere tutto d’un fiato, ma soprattutto da rileggere per capire meglio e soprattutto per non dimenticare.
La nostra intenzione è approfondire ancora di più. Come mai dei professionisti possono creare così tanto dolore, distruggere famiglie, la vita di minori, dei loro genitori? Per questo abbiamo contattato in primis Federico Scotta, un padre a cui hanno tolto in modo straziante due figli e che ha vissuto 11 anni in prigione accusato ingiustamente di violenza sessuale. Federico accetta l’intervista, anzi ringrazia perché dice che è importante non dimenticare e, dopo aver ascoltato la sua storia raccontata tutta d’un fiato come un fiume in piena di dolore, era chiaro che un singolo articolo non poteva essere sufficiente. Quindi a quel punto era importante scegliere una domanda per cominciare a fare il punto della situazione.
Ha una perizia psicologica o psichiatrica? Il signor Scotta risponde che nessuno gli ha fatto mai una perizia. Sembra impossibile. Occorre sapere di più, altrimenti ci si deve chiedere come sia stato possibile condannare un uomo per violenza sessuale senza accertarsi di un’eventuale perversione o altro disturbo di natura psicologica o psichiatrica.
Oppure forse faceva comodo non conoscere il funzionamento mentale ed emotivo dell’imputato in quanto poteva essere del tutto normale, indebolendo così le dichiarazioni di bambini suggestionati?
Il contributo per La Voce di Bolzano è della dott.ssa Marica Malagutti, psicologa e psicoterapeuta.
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