Bolzano
Polizia penitenziaria: carenza di personale femminile nel carcere di Bolzano
Il SiNaPPe (sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria) ha inviato qualche giorno fa un’informativa al Direttore Generale del personale e delle Risorse a Roma e al Provveditore Regionale per il Triveneto, constatando una carenza di personale femminile, considerata la necessità di espletare una serie di compiti, tra cui le perquisizioni ai famigliari dei detenuti.
Attualmente risulta solo un’operatrice appartenente al ruolo agenti/assistenti che opera all’interno della struttra e due sulla “carta” poiché una assente per gravi motivi famigliari e un’altra per impegni sportivi ufficiali.
Naturalmente l’unica operatrice è soggetta anche a riposi – congedi, prelevando in taluni casi anche personale dalla sezione carceraria trentina con dispendio di energie e risorse.
Questa è la lettera firmata dal SiNaPPe inviata anche al direttore del carcere di Bolzano Francesca Gioieni: “E’ ormai consolidato come la carenza di personale femminile di polizia penitenziaria presso la Casa Circondariale di Bolzano sia divenuto un problema non più procrastinabile, considerata la necessità, ad esempio, di effettuare le perquisizioni alle familiari dei detenuti, nei giorni di colloquio, che non trovano il giusto compimento.
Si fa presente che nel penitenziario opera effettivamente una sola poliziotta appartenente al ruolo agenti/assistenti, preso atto che le altre due unità amministrate“sulla carta” sono assenti legittimate, motivo per cui a quell’unica unità presente, grava tutto l’onere lavorativo.
Chiaramente la stessa fruisce dei riposi e dei congedi previsti ed in tali casi, la sua assenza, fa emergere di più la problematica connessa alla predetta carenza organica.
Per sopperire a tale difficoltà, si fa ricorso necessariamente all’organico femminile in forza all’Istituto di Trento che, più volte a settimana, viene inviato in servizio di missione presso il carcere bolzanino; il tutto con evidenti costi per l’Amministrazione ed un accumulo di stress per le dipendenti che, oltre il turno di lavoro, devono sobbarcarsi l’onere fisico del viaggio.
Pertanto, considerando che nessuna delle neo agenti uscenti dal 174° Corso è stata indirizzata verso l’Istituto di Bolzano, si chiede di tener conto di quanto evidenziato, per la prossima destinazione del 175° corso, tuttora in atto, affinché si possa garantire la “quota rosa” all’Istituto, indispensabile per la corretta effettuazione dell’attività penitenziaria”.
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