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Valle Isarco

Riaperte al pubblico le «Cascate di Stanghe»

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I lavori di manutenzione hanno superato il costo di 300 mila euro

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E ‘stata riaperta al pubblico una delle bellezze naturali più affascinanti dell’Alta Val d’Isarco, nella fattispecie della Valle di Racines vicino a Vipiteno.

Le cascate di Stanghe (questo il nome della piccola località) ovvero “L’Orrido di Stanghe” come lo battezzò l’Imperatore Francesco Giuseppe durante una sua visita appartengono a quelle bellezze che ben rappresentano la potenza della Natura, dell’acqua in particolare e rappresentano un “unicum” mondiale perché il Rio Racines, a cui si deve il lavoro di erosione della strettissima gola , è riuscito ad insinuarsi nel marmo bianco che con l’andare degli anni, grazie probabilmente anche ad una qualche microscopica alga, è andato colorandosi di un verde assolutamente unico.

Le cascate erano state chiuse al pubblico per ragioni di sicurezza. L’intera area che dopo la consueta ispezione pre-apertura, era stata giudicata pericolosa, è stata sottoposta ad una consistente operazione di bonifica dei versanti, condotta tramite un escavatore; per la rimozione di grandi massi instabili sono stati utilizzate anche piccole cariche esplosive.

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Reti metalliche rinforzate e attraversamenti con cavi d’acciaio, hanno completato l’operazione. La vertiginosa gola è classificata come monumento naturale, ed è visitabile nelle stagioni più calde (ovvero da maggio in poi), pagando una piccola cifra simbolica, in un’ora circa, affrontando un dislivello di 175 metri.

Storicamente, pare che una delle prime esplorazioni della gola risalga al 1893, che dopo la realizzazione delle prime passerelle sia stata aperta al pubblico il 2 agosto 1896, ma che l’inaugurazione ufficiale sia stata fissata al 25 luglio 1898, in occasione di una visita imperiale: fu allora che alla gola e all’acqua tumultuosa del Rio Racines venne cambiato il nome in “Orrido dell’Imperatore” e che ciò derivi da una sua stessa espressione.

Si dà per certo inoltre che alcuni dei passaggi incavati nella roccia, siano stati smussati proprio in occasione della sua visita e per evitare che l’illustre ospite potesse battere la testa o dovesse chinarla, gli scalpellini fossero stati informati esattamente sulla sua altezza così da eseguire il lavoro alla perfezione e tramandandoci quanto “Sua Altezza” fosse realmente alto. I lavori di manutenzione hanno superato il costo di 300 mila euro.

 

 

 

 

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