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Bolzano

Ricordato Mayr Nusser: cerimonia alla casa natale del bolzanino che rifiutò fedeltà a Hitler

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Cerimonia alla presenza del Sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi e dei rappresentanti di Giunta e Consiglio comunale in occasione dell’anniversario della morte di Josef Mayr Nusser.

Davanti alla casa natale di Mayr Nusser a ponte Campiglio, Sindaco, Vice Sindaco Walcher, gli assessori comunali Marialaura Lorenzini e Juri Andriollo, la presidente del Consiglio comunale Judith Kofler Peintner, rappresentanti dello Stato, del civico consesso e  dell’ANPI hanno deposto mazzi di fiori per ricordare colui che è stato definito “l’eroe solitario bolzanino” per essersi rifiutato di prestare giuramento alle SS, al nazismo e a Hitler per motivi di coscienza.

Sindaco e Vice  hanno tracciato un profilo di Mayr-Nusser, morto il 24 febbraio 1945 all’età di 35 anni sulla via di Dachau, a Erlangen. Josef Mayr Nusser infatti, dopo l’annessione dell’Alto Adige-Südtirol alla ZOP (Zona di Operazioni delle Prealpi, praticamente annessa al Reich) fu arruolato forzatamente nelle SS e spedito in Germania, a Konitz in una caserma di addestramento.

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Al momento di prestare giuramento, nonostante i consigli contrari di camerati e superiori, si rifiutò per motivi di coscienza. Venne perciò imprigionato e avviato su un carro bestiame verso il campo di sterminio di Dachau.

Perse la vita durante il viaggio, per i maltrattamenti subiti, la fame e la sete. Ora Bolzano ed Erlangen sono due città gemellate proprio nel nome e nel ricordo di Josef Mayr Nusser.

Alla cerimonia sono intervenuti anche i membri della Giunta comunale, Consiglieri comunali e di Quartiere, il vice Prefetto vicario Francesca De Carlini,  nonchè autorità civili e militari e rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma.

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Il testo della targa dedicta a Josef Mayr-Nusser:

Nacque qui, al Nusserhof ai Piani di Bolzano, il 27 dicembre 1910. Era membro dell’Azione Cattolica di Bolzano e dell’Andreas-Hofer-Bund, il gruppo di resistenza sudtirolese al fascismo e al nazionalsocialismo.

Dopo essersi rifiutato il 4 ottobre 1944 a Konitz (Chojnice in Pomerania) di prestare il giuramento alle SS per motivi di coscienza, fu processato e condannato a morte.

Venne quindi avviato su un treno merci verso il campo di sterminio di Dachau, ma morì durante il viaggio il 24 febbraio 1945 a Erlangen, a causa dei maltrattamenti subiti. Nel 2010 la Città di Bolzano gli ha conferito la cittadinanza onoraria“.

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