Italia & Estero
Sgominata banda di terroristi: arrestati cinque giovani islamici
Cinque ragazzi, tutti di età inferiore ai 30 anni – tra cui un minorenne – sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Bologna, Andrea Salvatore Romito.
Sono sospettati di aver costituito un’associazione terroristica d’ispirazione jihadista, in chiave takfirista, denominata “Da’Wa Italia” (“chiamata alle armi” Italia).
Secondo gli inquirenti – i carabinieri del Ros, la Procura di Bologna e la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo – al vertice dell’organizzazione si trovava una giovane di origine pakistana, residente a Bologna insieme alla famiglia.
Le indagini, condotte dai carabinieri del Ros sotto la guida del colonnello Federico Palmieri (reparto Antiterrorismo) e del tenente colonnello Luca Latino (reparto Anticrimine del Ros di Bologna), e coordinate dai pm Stefano Dambruoso e dalla procuratrice aggiunta Moena Plazzi, hanno evidenziato come la giovane di origine pakistana si è avvicinata all’ideologia jihadista principalmente attraverso i social durante la pandemia. In quel periodo, avrebbe iniziato a consultare contenuti online che inneggiavano alla jihad, per poi approfondire racconto percorso di radicalizzazione.
La ragazza, cittadina italiana – così come altri indagati – avrebbe cercato di coinvolgere anche il fratello minore all’interno del gruppo. Altre due persone figura-chiave dell’organizzazione sarebbero una giovane di Spoleto (di origini algerine) e un ragazzo di origine turca residente a Monfalcone, che pare fosse ben integrato nella realtà locale.
Un ulteriore membro è un ragazzo di origine marocchina cresciuto a Milano, che, radicalizzatosi al punto da voler combattere, sarebbe partito per unirsi alle milizie jihadiste nel Corno d’Africa.
Dalle informazioni raccolte, nessuno dei cinque proviene da famiglie in difficoltà economica o da contesti socialmente problematici. Al contrario, tutti risultavano ben inseriti nelle rispettive comunità e non frequentavano né moschee né centri di preghiera dove avrebbero potuto maturare idee estremiste.
Proprio per questo motivo, le indagini – concentrate in particolare sui canali online utilizzati per lo scambio di materiale e l’approfondimento della dottrina jihadista – si sono rivelate piuttosto complesse.
I dispositivi informatici sequestrati (pc, cellulari e tablet) saranno ora analizzati dagli inquirenti, per ricostruire eventuali connessioni a livello italiano ed europeo. Al termine dell’operazione, tutti i soggetti coinvolti – tranne il giovane partito all’estero – sono stati condotti in carcere.
L’operazione particolarmente coincide con un momento solenne per la comunità cristiana: l’apertura della Porta Santa per il Giubileo 2025 da parte di Papa Francesco e le celebrazioni natalizie. Inoltre, il 29 dicembre è prevista l’apertura della Porta Santa anche a Bologna da parte del presidente della Cei, cardinale e arcivescovo Matteo Zuppi. Per le autorità, questi eventi potevano rappresentare potenziali obiettivi sensibili per gruppi terroristici.
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