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Strage silenziosa: in Italia già 60 morti sul lavoro nel primo mese del 2025

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Immagini di repertorio
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L’anno nuovo si apre con un bilancio drammatico per la sicurezza sul lavoro in Italia: nel solo mese di gennaio si contano già 60 vittime, un numero che segna un incremento di 15 decessi rispetto allo stesso periodo del 2024, pari a un aumento del 33,3%. Di questi, 46 sono avvenuti durante l’attività lavorativa, mentre 14 sono riconducibili a incidenti “in itinere”, ovvero nel tragitto casa-lavoro.

Le regioni più colpite, con un’incidenza di mortalità superiore del 25% rispetto alla media nazionale, sono Umbria, Trentino-Alto Adige, Calabria, Basilicata, Puglia e Piemonte, che si trovano in quella che l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre definisce “zona rossa” dell’insicurezza lavorativa. Lombardia e Veneto, invece, registrano il maggior numero di vittime in termini assoluti.

Il settore più colpito è quello dei Trasporti e Magazzinaggio, con sei decessi registrati nel primo mese dell’anno. Seguono le Attività Manifatturiere e le Costruzioni, entrambi con quattro vittime. Il giorno più pericoloso della settimana si conferma il martedì, in cui si è verificato il 23,9% degli infortuni mortali.



L’analisi per fasce d’età evidenzia che i lavoratori tra i 55 e i 64 anni sono i più esposti al rischio, con un’incidenza di 4,5 morti ogni milione di occupati. Ma anche i giovanissimi non sono al sicuro: la fascia tra i 15 e i 24 anni presenta un’incidenza di 2,5 vittime ogni milione di lavoratori.

Particolarmente allarmante è la condizione dei lavoratori stranieri, che continuano a essere esposti a un rischio di morte più che doppio rispetto agli italiani. A gennaio, 10 dei 46 lavoratori deceduti in occasione di lavoro erano stranieri, con un’incidenza di 4,2 morti ogni milione di occupati, contro l’1,7 registrato tra gli italiani.

L’Osservatorio evidenzia anche una leggera diminuzione delle denunce complessive di infortunio, sia mortali che non, con un calo dello 0,9% rispetto a gennaio 2024. Nel primo mese di quest’anno sono state 41.800 le denunce totali, rispetto alle 42.166 dello scorso anno. Tuttavia, il calo delle denunce non attenua la gravità dell’emergenza.

Sul tema è intervenuto Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, che ha commentato i dati con preoccupazione: “Nel primo mese del nuovo anno l’emergenza rimane e anzi si aggrava, con 15 vittime in più rispetto a gennaio 2024. Così la situazione diventa sempre più allarmante. E ciò che maggiormente colpisce è, da un lato, l’incidenza di mortalità più elevata tra i cinquantenni e sessantenni, seguiti dai giovanissimi e, dall’altro, il più che significativo dato relativo all’incidenza di mortalità dei lavoratori stranieri: più che doppio rispetto agli italiani”.

L’Osservatorio continua a monitorare la situazione attraverso un sistema di zonizzazione che suddivide le regioni in base all’incidenza degli infortuni mortali, fornendo uno strumento essenziale per comprendere dove il rischio è più elevato e dove sono necessari interventi urgenti in materia di sicurezza sul lavoro.

Statistiche-Infortuni-sul-lavoro-Osservatorio-Sicurezza-Ambiente-Vega-Engineering-31-01-25

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