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Alto Adige

Test rapidi di massa, Galateo: “Davvero volontari? C’è il concreto rischio di un flop”

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Nei prossimi giorni la Provincia inizierà una massiccia campagna di test su tutto il territorio per individuare possibili positivi al Covid-19. Il consigliere comunale Marco Galateo ha commentato così la recente decisione della giunta di rendere “obbligatorio” il test, non permettendo alle persone che non lo fanno di poter tornare al lavoro:

“Leggiamo a mezzo stampa la volontà della Provincia di effettuare test rapidi covid-19 di massa a 350.000 persone in Alto Adige, su 500.000 residenti. Un volume tale di popolazione testata non può essere compatibile con la volontarietà prevista dalla legge per un trattamento sanitario. A dimostrarlo il fatto che da diversi giorni in tante farmacie e presso medici di medicina generale è già possibile effettuare a pagamento (circa 30-40 euro) tamponi nominali il cui esito viene trasmesso sulla piattaforma comune consultabile dalla Asl.”

“Per sottoporre la popolazione al tampone nasofaringeo, le farmacie sono obbligate a dotarsi di personale specializzato. Chi sarà addetto ad effettuare quelli per lo screening di massa? Si apprende dai media che la volontà della Provincia sarebbe quella di effettuare lo screening in palestre e similari, ma questi non sono luoghi deputati a trattamenti sanitari. Si creerebbero infatti lunghe code all’esterno, al freddo, con assembramenti di persone anche con difficoltà motorie, alla presenza di bambini e anziani, con il rischio concreto di contrarre l’infezione anche per persone sane o per chi già sottoposto a tampone, ha avuto di recente esito negativo. Risulta difficile conciliare tutto questo con i numeri auspicati dalla Provincia. Quanto costerà alle casse pubbliche questa operazione che ha tutte le caratteristiche di dimostrarsi un flop?”



Non è chiaro e risulta allarmante anche da un punto di vista legale, quanto sia effettivamente volontario il sottoporsi al tampone. Ancora più preoccupanti le conseguenze apprese, sempre a mezzo stampa, che impedirebbero di tornare a lavoro per chi liberamente si rifiuta di sottoporsi al test, anche se appartenente alle categorie a cui la legge consente di lavorare. Le farmacie come presidio sanitario capillare si sono già rese disponibili a questo servizio, nonostante i costi di acquisto dei tamponi e attrezzature e del personale specializzato addetto, con i relativi rischi di contagio del personale stesso. Già ieri abbiamo manifestato forti dubbi sulla reale capacità di adesione, vista la difficoltà di operazione.”

Il consigliere conclude con queste parole, lanciando una proposta diversa da quella provinciale:

“La proposta è invece di rafforzare questo servizio, in aggiunta all’impiego delle stanze Covid già allestite nelle scuole, rendendo il servizio gratuito, ma efficace, puntando sullo stimolato senso civico della popolazione altoatesina, rassicurata da un sistema di controllo vicino casa propria, in sicurezza, fatto da personale qualificato.”

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