Società
UIL scuola Rua: “Bene il salvataggio dei precari, la scuola sia più nazionale”
Lo sblocco dei precari della scuola viene salutato con particolare entusiasmo dal sindacato di settore della Uil.
“Il passo avanti compiuto con l’accordo a Roma tra l’assessore provinciale e il governo centrale ci permette di considerare i nostri insegnati precari alla stregua di quelli nazionali con la possibilità, dunque, di uscire e rientrare senza problemi. Questo ci rende felici”, le parole del segretario regionale Uil Scuola Rua Marco Pugliese.
“Era la priorità assoluta per evitare una situazione che, di fatto, dava forma ad alcuni esodati della scuola”.
Altro capitolo sul tavolo amministrativo è il ritorno dei concorsi.
“Era ora perché qui in Alto Adige eravamo rimasti abbastanza al palo. Bene, inoltre, che la scuola italiana segua di più la dimensione nazionale senza discordarsi troppo. La soluzione più semplicemente è seguire quanto già funziona e la mobilità nazionale è senza dubbio una di queste”.
Una riflessione, inoltre, va dedicata alla scuola professionale provinciale e alla scuola dell’infanzia.
“La prima ha uno status proprio sul territorio provinciale e posso anche capirlo ma per la seconda bisogna compattare il settore senza tenerlo disgiunto dagli altri gradi scolastici come fa la Provincia. In questo modo potremmo applicare quello che si applica nel resto d’Italia sia dal punto di vista contrattuale sia per la mobilità. Oggi perdiamo troppe risorse che lasciano il territorio”.
Gli accordi che riguardano l’università dell’area germanofona apre a nuovi progetti.
“Sul plurilinguismo si tratta di un passaggio importante – continua Pugliese – consentendo a ragazzi che hanno studiato fuori di tornare per insegnare L2. La proposta dei Verdi per un bilinguismo sistematico con la scuola plurilingue è condivisibile da un punto di vista concettuale ma l’articolo 19 dello Statuto non può essere ignorato.
Il rischio concreto è di andare incontro a squilibri con docenti che si trovano ad insegnare una materia per la quale non sono abilitati. Scavalcare quell’articolo, tuttavia, significa mettere in discussione tutto l’assetto proporzionale.
La politica è disposta a prendersi questa responsabilità? E’ più raggiungibile una richiesta di reciprocità obbligatoria tra i due mondi formativi. Gli scambi, infine, potrebbero essere potenziati senza perdere di vista la didattica disciplinare”.
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