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Arte e Cultura

Verrà presentato venerdì 14 nel Forte di Fortezza il nuovo libro di Dario Massimo

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Verrà presentato venerdì 14 alle ore 20 nella suggestiva cornice dell’antico Magazzino al forte di Fortezza, il lavoro più recente di Dario Massimo, giornalista e scrittore “orgogliosamente” – come lui afferma, fortezzino.

Il libro, dal titolo…e arrivò il riscaldamento” è l’ideale continuazione di quel, “Fiori di ghiaccio alle finestre” che, pubblicato oltre dieci anni fa, ebbe riscontro positivo di critica e pubblico, andando esaurito in poche settimane e di cui uno dei racconti venne rappresentato come piéce teatrale.

In questo, l’autore affronta un tema di cui ha fatto oggetto di riflessione da tempo e che oggi è più che attuale: quello delle migrazioni. Partendo dall’assunto da lui creato utilizzando un’espressione molto usata in Alto Adige, del “dohiger”, ovvero, “colui che è di quacontrapposto al concetto difremd”, straniero, quello che “viene da fuori”, attraverso i racconti di personaggi e avvenimenti del luogo, realizza un mosaico che compone, pian piano, l’immagine di Fortezza attraverso storie, avvenimenti, osservazioni, ragionamenti, che a loro volta riconducono a confrontare la vecchia e la nuova identità del fortezzino, in ordine alla solita classica domanda generale: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo.

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Il nostro paeseafferma l’autore é un microcosmo che, come tutti i microcosmi, è un mondo piccolo, talora minimo, ma come tutti i microcosmi è il contrario di ogni indifferente minimalismo. Perché è nel piccolo che balena, riluce e si esalta il grande, il significativo, il senso irripetibile di ogni esistenza ”. La narrazione fluttuante, in cui personaggi ed eventi si disperdono, si frammentano, si ricompongono, riaffiorano, nasce dal senso profondo di una radicale trasformazione del mondo e dell’uomo.

Forseafferma Dario Massimoè in atto con tempi molto più rapidi di quanto accadeva nei millenni e nei secoli passati, una mutazione antropologica che produce un nuovo, ancora sconosciuto tipo d’uomo, intaccato nella sua unità, generico e interscambiabile: in questo libro – sottolinea – ho inteso compiere un viaggio in questa mutazione: un viaggio che fa i conti, pur nella sua semplice struttura, con la trasformazione epocale che stiamo vivendo.

E le cose, le buone cose sensibili e concrete, risucchiate nell’astrazione dei racconti, vengono difese nella loro unicità e irripetibilità. “Con “Fiori di ghiaccio alle finestre” e successivamente con altre pubblicazioni, fino a questo “…e arrivò il riscaldamento”conclude Dario Massimoho inteso compiere un viaggio in questa mutazione: un viaggio che fa i conti, pur nella sua semplice struttura, con la trasformazione epocale che stiamo vivendo. E le cose, le buone cose sensibili e concrete, risucchiate nell’astrazione dei racconti, vengono così difese nella loro unicità e irripetibilità”.

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