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Le segrete immagini del legno trentino: Giulio Massa

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La costruzione dell’autostrada Modena – Brennero che, attraversando la pianura padana in verticale, si butta tra le montagne alpine, ha rafforzato l’attrazione fatale tra gli emiliani e il Trentino, le sue bellezze abbaglianti, la sua civiltà e le sue genti.

Lo dice qualcuno che, malgrado il passare delle generazioni, ha mantenuto un affettuoso, amoroso riferimento a questa terra anche impervia, di cui i suoi antenati sfidarono le asperità: i “bevilacqua”, nome di mestiere, della fase più dura del ciclo della “fluitazione del legno” (il trasporto per le vie torrentizie verso le chiuse di valle) quella del seguire i tronchi tagliati in alta montagna e gettati nel corso dei torrenti, per disincagliarli quando si ficcavano tra le rocce di riva. E così bagnarsi: bevilacqua!

Senza i bevilacqua, i tronchi, il legno d’abete rosso o bianco, larice, pino cembro, silvestro o nero, noce non sarebbero mai arrivati in quantità né a costruire le fondamenta della enorme palafitta veneziana né alle mani degli artisti che nelle loro venature scoprono immagini sorprendenti.

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Giulio Massa, emiliano di Reggio Emilia, ma ancor più emiliano data la sua nascita ferrarese, è uno di questi. Questo signore di 78 anni ha, come molti, nel depresso mercato dell’arte italiano, dovuto fare arte solo per sé, e vivere naturalmente d’altro: ma che conta se era un agente di commercio, mentre la sua anima cercava gli spiriti nel legno trentino! Quegli spiriti sono il simbolo della sua vita e della sua eredità.

Nipoti affezionati giurano, come lui, che mai le sue opere saranno vendute: sono opera d’amore, di romanticismo e di fantasia, e quindi, pur esposte, come si prevede di fare presto in quel di Reggio Emilia, non usciranno dalla famiglia.

Ho cercato di capire cosa lo muovesse: “Il legno aiuta!”, mi ah risposto Giulio.

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Quando inizio a scolpire ho sempre un progetto, che deriva da un’idea. Ma poi vedo le venature, la resistenza, spesso seducente come quella di una donna, con cui il legno resiste al mio scalpello, ai miei strumenti… Ed ecco il progetto piegarsi alla materia, diventare anche una sua espressione”.

Certo, sono scene di bosco, selvaggio e fertile di vita le immagini che Massa produce: lupi, orsi e caprioli si muovono nei suoi paesaggi caldi e, mentre i nipoti sprofondano con la fantasia in quelle profondità silvestri, lui progetta nuovi paesaggi e nuove suggestioni.

A presto, con le prossime opere, caro Maestro: il legno della Val di Fassa, della Marmolada attende di essere interpretato da te, che le ami così tanto!

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