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Sinistre e stampa contro Bonazza. “Consigliere delle SS? Cavolate da campagna elettorale”

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Infuria la polemica politica dopo la bagarre scoppiata l’altro ieri in consiglio comunale in seguito alla dura presa di posizione del coordinatore regionale di CasaPound Andrea Bonazza sulla questione foibe (“Foibe, fuoco e fiamme in consiglio comunale. “Eventi revisionisti finanziati dal Comune per accontentare l’ANPI”).

Al centro dell’accesa discussione la volontà da parte del Comune di Bolzano di finanziare conferenze che a parere del rappresentante delle tartarughe frecciate risulterebbero ‘revisioniste e offensive della memoria storica delle foibe‘.

La tragedia delle foibe dovrebbe unire politica e società civile anziché dividere ma, ancora una volta, il Comune di Bolzano si è reso complice e finanziatore di eventi revisionisti e negazionisti guidati da ANPI e Centro per la Pace. Fate schifo”, ha tuonato più volte in aula.



Immediata la reazione del Sindaco Caramaschi, dell’assessora Lorenzini che successivamente ne ha chiesto le dimissioni e, sul social, di tutta l’area delle sinistre locali, meno formalmente anche di quelle che in assemblea, in occasione dell’intervento di Benussi sulla personale tragedia che colpì la sua famiglia costretta all’esilio dall’Istria durante gli anni dell’esodo giuliano dalmata, secondo qualcuno avrebbero esordito con risatine e sguardi di sufficienza nei confronti del consigliere.

E nel valzer delle critiche all’indirizzo di Bonazza, che si è sentito assegnare con spregio il titolo di neofascista/nazista approdato in consiglio, spuntano anche articoletti pubblicati in queste ore da un giornale locale bilingue.

Il primo pezzo di opinione, datato 12 febbraio e redatto in lingua tedesca (Der Gemeinderat und die SS – Il consigliere comunale e le SS) cavalca l’onda sinistra delle critiche, sottolineando come a 75 anni dalla liberazione di Auschwitz, Bonazza ‘ricorderebbe non le vittime, ma i colpevoli. Durante una marcia neonazista a Budapest’.

Lì si trova un rappresentante democraticamente eletto del popolo del capoluogo altoatesino che non teme di manifestare apertamente i suoi sentimenti antidemocratici“, sottolinea l’autrice.

Una campagna visibile che, a titolo di sostegno morale chiede anche l’opinione del governatore Kompatscher. E’ stato fatto, questa volta, in un articolo di oggi redatto in lingua italiana (“Raduno neonazi, insopportabile visione”).

Apprendo dalla stampa le colossali cavolate contro di me riportate su un giornaletto di sinistra – risponde Bonazza in una nota – lautamente finanziato con soldi pubblici e ripescate a casaccio da centrosinistra e SVP per una campagna elettorale iniziata nel peggiore dei modi.

A prescindere da quanto riportato dai miei oppositori politici, sabato scorso ero in Ungheria, davanti al monumento dedicato ai caduti austroungarici della Prima Guerra Mondiale, per commemorare migliaia di giovani ungheresi caduti nel disperato tentativo di difendere Budapest dall’invasione dell’Armata Rossa. Migliaia di giovani soldati, studenti e operai che si batterono per evitare l’occupazione comunista della capitale magiara. Alla commemorazione erano presenti reduci, rievocatori storici con le divise dell’epoca (ungheresi, russe e tedesche) e membri delle istituzioni così come delegazioni da Germania, Bulgaria e Russia.

Coloro che in queste ore hanno addirittura parlato di ‘liberazione’ russa dovrebbero parlare con la popolazione di Budapest o studiare meglio la storia di Ungheria che, nel 1956, dopo 10 anni di occupazione sovietica, portò alla rivoluzione ungherese contro i carri armati sovietici. Una rivolta popolare repressa nuovamente nel sangue di migliaia di morti, centinaia di migliaia di feriti e l’esodo di migliaia di ungheresi costretti a scappare in occidente.

Come anche per la tragedia delle foibe, all’epoca, la sinistra italiana alleata della Russia bolscevica, così come i media a loro allinati, giustificarono o censurarono la carneficina che stava avvenendo nel ‘paradiso socialista’ dell’Est e queste buie pagine della storia d’Europa furono rese pubbliche solo grazie a coraggiosi giornalisti come Indro Montanelli, in seguito gambizzato dalle Brigate Rosse italiane nel 1977.

Metodi mafiosi, censure e negazionismi storici che troviamo ancora nella società attuale ad opera dell’Anpi e di una sinistra che non accetta il ‘mea culpa’ sugli errori e gli orrori del proprio passato.

Dal Carso a Nikolajewka, dal Kosovo alla Siria, dai luoghi di tutte le guerre passate o contemporanee, renderò sempre onore a tutti i soldati che si battono e muoiono per la propria patria, onorando il giuramento di fedeltà a Valori più sacri dell’isterismo elettorale di chi trema anche davanti al Risiko“.

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