Mamma&Donna
Discriminazioni contro la sindrome di Down in Tv. Fulvio Cobaldi dice basta
Ancora una volta ci ritroviamo ad esprimere il nostro sdegno e la nostra rabbia nei confronti dell’uso della parola “mongoloide” come insulto e continuiamo a ribadire quanto è importante usare bene le parole per costruire una vera cultura inclusiva.
“Sei un down” fa male alle 49mila persone che hanno questa sindrome ma anche alle famiglie italiane che lottano ogni giorno contro questo genere di offese.
Tante le campagne proposte negli anni e nel mondo perché si smetta di usare termini che si riferiscono a persone con disabilità come “mongoloide” ma anche “celebroleso”, “ritardato” o “handicappato”, termini neutri se usati in un contesto adeguato ma che diventano violenti e denigratori se usati come offesa, addirittura trasmessi in televisione, posto in cui si dovrebbe utilizzare un linguaggio corretto e appropriato.
A circa un mese dalla pubblicazione della bellissima intervista rilasciata da Fulvio Cobaldi, presidente dell’associazione Impavidi Destini, nella quale si parlava di luoghi comuni e stereotipi accostati alle persone con sindrome di Down, continua la mancanza totale di rispetto.
Tornano in televisione parole violente e discriminatorie, frasi che utilizzano le parole “Down” e “mongoloide” come insulto o scherzo su cui fare dell’ironia spicciola.
“Questo fine settimana” – replica lo stesso Fulvio Cobaldi – “durante la diretta del Grande Fratello Vip una delle concorrenti ha esclamato “Sei un Down!” verso un altro VIP ospite della casa che le aveva fatto uno scherzo. Termine che, ancora una volta, viene usato per offendere e schernire!”
Non solo. Durante il programma “L’Assedio“, condotto da Daria Bignardi del 12 febbraio, l’ospite Amanda Lear ha esclamato “Sono una mongoloide”, per fare una battuta secondo lei sicuramente comica, scatenando le risate del pubblico.
Chi fa televisione sa che molte persone vedono e ascoltano e ha delle responsabilità. La signora Bignardi ha perso l’ennesima occasione per fare della buona informazione.
Se il linguaggio televisivo è lo specchio della società che rappresenta, non siamo messi bene: le persone che hanno applaudito dimostrano il grado di ignoranza che ci circonda, mentre l’imbarazzo della conduttrice, che non ha saputo replicare o scusarsi per conto della sua ospite, ha sottolineato la mancanza di tatto di chi basa il proprio lavoro sfruttando l’applauso del momento per creare audience.
Fulvio Cobaldi e Impavidi Destini, associazione che si occupa di disabilità, condannano nuovamente questo tipo di violenza verbale e la totale mancanza di rispetto nei confronti delle persone con SDD che sempre più spesso trova spazio all’interno di programmi televisivi della Tv italiana.
“Non è ammissibile” – replica Cobaldi – “dover ancora accettare episodi del genere che dimostrano ignoranza e volgarità verso queste persone, che vanno rispettate“.
Sicuramente un passo indietro a livello culturale. Un’offesa alla dignità delle persone con sindrome di Down, persone che tutti i giorni lottano per dimostrare di poter condurre una vita ordinaria priva di pregiudizi.
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