Società
Coronavirus, no ai respiratori per i disabili in 10 Stati USA. Cobaldi: “Violata la dignità umana”
Come riporta un articolo di un paio di giorni fa sul quotidiano Avvenire, più di 10 Stati appartenenti agli USA avrebbero redatto una classifica di casi ai quali dare la precedenza o meno in caso di necessità della terapia intensiva e di respiratori.
Ovvero, diversi criteri di valutazione fisica e cognitiva potranno togliere ai malati di coronavirus la possibilità di avere un respiratore.
E fanno paura quei principi con cui si decide chi salvare e chi no. Nello stato di Washington come anche in Tennessee, Minnesota, Alabama, Colorado, New York, Oregon e Utah, i medici sono tenuti a valutare il grado di abilità fisica e sopratutto intellettiva prima di poter intervenire o meno per salvare una vita.
In Minnesota la cirrosi epatica, le malattie polmonari e gli scompensi cardiaci saranno quelle patologie che toglieranno ai malati di coronavirus la possibilità di avere un respiratore. Il Michigan darà la precedenza ai lavoratori dei servizi essenziali.
Frasi contenute nelle linee guida di Washington o di Maryland e Pennsylvania come «capacità cognitiva», come «disturbo neurologico grave», hanno suscitato l’allarme.
Questi criteri hanno infatti gettato nell’indignazione e nella paura decine di associazioni statunitensi per i diritti dei disabili, oltre ovviamente ai disabili stessi.
“Anche il sottoscritto, che conduce quotidianamente la battaglia a tutela delle persone disabili, si dice sconvolto da una situazione che relega le persone disabili a cittadini di serie B – afferma Fulvio Cobaldi, presidente dell’associazione Impavidi Destini – .
Una decisione da parte del personale medico che non solo fa venire merno al giuramento di Ippocrate, ma anche alla convenzione sui diritti delle persone con disabilità redatta dall’Onu, a cui hanno preso parte anche gli Stati Uniti“.
La convenzione infatti stabilisce di promuovere, proteggere e di garantire il pieno e uguale godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà promuovendo il rispetto per la dignità umana.
“Pare invece, alla luce di questi fatti, che in questi Stati si sia deciso che in questa situazione di emergenza sanitaria le persone disabili possano essere sacrificabili e che in taluni casi la loro vita non sia importante tanto quanto quella di altre persone o che abbia meno valore nella società“, conclude Cobaldi.
Fulvio Cobaldi tornerà a parlare dell’argomento disabilità e dignità umana ai tempi del Coronavirus nella trasmissione radiofonica Abil-Mente di mercoledì 1 aprile alle ore 11.00, in contemporanea su Radio Bolzano e Radio Bandiera Nera.
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