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Alto Adige

Furti e scorribande in tutta Italia: sei georgiani arrestati tra Bolzano, Bologna e Livorno

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Una banda di sei ladri georgiani è stata sgominata da un’indgine congiunta dei carabinieri lombardi e altoatesini. Gli arresti sono stati eseguiti in simultanea nelle province di Bolzano e Livorno nelle prime ore di ieri (18 dicembre) da parte dei militari della Compagnia di Tirano, con l’ausilio di Carabinieri dei Comandi Compagnie del posto.

La loro identificazione, essendo tutti senza fissa dimora tranne uno, è stata resa particolarmente problematica dal loro nomadismo (gli uomini si spostavano in base alle aree nelle quali avevano intenzione di commettere furti), dall’utilizzo di utenze con intestatari fittizi, dalla loro lingua e dal regolare utilizzo di documenti falsi. Si tratta di tre 28enni, un 31enne, un 43enne e un giovane di appena 23 anni.

Ad inizio attività i ladri dimoravano nella provincia di Bolzano e dopo aver commesso un furto a Livigno lo scorso 10 ottobre ed un secondo in un negozio di elettronica della zona commerciale di Sondrio, si sono spostati nel comune di Livorno da dove hanno iniziato a mettere a segno una serie di furti nel Centro Italia.

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Nel corso dell’indagine, oltre ai furti commessi nella provincia di Sondrio sono stati identificati quali autori materiali di ulteriori 5 furti in altrettanti esercizi commerciali nei comuni di Paese (TV), Bussolengo, Thiene, Rosà, e Affi (ma sono in corso ulteriori accertamenti su altri episodi).

L’indagine è risultata molto complessa anche a causa delle precauzioni e della scaltrezza degli stranieri. Anche quando ordinavano cibo a domicilio, fornivano indirizzi e nominativi diversi: si facevano quindi trovare in strada, aspettavano che l’addetto alle consegne si allontanasse per poi tornare verso casa, distante anche un paio di km dal luogo indicato.

La banda prima dei furti, era solita procurarsi droghe pesanti e sul posto adottavano una tecnica sofisticata: servendosi di auricolari bluetooth, effettuavano una chiamata alla quale partecipavano in 3 o 4 in base alla difficoltà, successivamente uno si occupava di distrarre il personale del negozio/gioielleria e gli altri di commettere materialmente il furto, per i restanti il ruolo era di palo/autista.

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Il malvivente che distraeva gli addetti alle vendite, fingendo di parlare con la moglie, dava indicazioni ai complici su come e quando muoversi, sicuro di non essere compreso perché si esprimeva in georgiano. Durante le operazioni di perquisizione sono stati rinvenuti orologi, computer ed occhiali. 

Per quanto riguarda i proventi dei furti, avevano sviluppato una tecnica per “ripulire” i cellulari, ma la tecnica non sempre funzionava pertanto gli smartphone “ripuliti” venivano  ricettati in Italia, i rimanenti venivano avviati al mercato estero. Per gli orologi d’oro, se non ricevevano offerte per loro ritenute adeguate, fondevano il metallo vendendolo grezzo.

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