Alto Adige
Il ricordo di chi viene dimenticato: gli attentati di Selva dei Molini e di Sesto Pusteria
Morivano in queste settimane di fine estate degli anni Sessanta, rinfrescati dal vento delle Alpi, trucidati per mano di chi oggi viene ricordato come “combattente per la libertà” tre giovani Carabinieri. Rinnovarne il ricordo e raccontare le loro storie troppo spesso dimenticate è un nostro dovere.
Vittorio Tiralongo – Chissà cosa pensava il Carabiniere Vittorio Tiralongo la mattina del 3 settembre del 1964 mentre svolgeva le mansioni quotidiane in caserma, forse pensava al padre che lavorava al ministero del tesoro a Roma, oppure alla madre la tipica donna di casa di un’Italia nel pieno dello sviluppo economico.
O forse pensa ai fratelli che indossano uniformi diverse dalla sua. Ma una cosa è certa, quella mattina Vittorio era triste…triste perché il 29 agosto sua figlia aveva compiuto il primo anno di vita, e lui non ha potuto essere lì con lei.
Il maresciallo gli ha promesso che appena possibile verrà mandato in licenza, e Vittorio aspetta trepidante quel giorno.
Giorno in cui monterà sulla Vespa appena comprata e percorrerà con il cuore in gola i 150 km che dividono la caserma di Selva dei Molini dalla sua casetta vicino a Trento. Franca Cornella, la sua ragazza, è lì che lo aspetta; i due si sono conosciuti nella città di Trento, ed è subito stato un colpo di fulmine.
Il suo collega rimasto di guardia nella casermetta era andato in paese a svolgere delle commissioni. Vittorio accusa dei dolori di stomaco ed esce dalla casupola per andare verso il bagno esterno all’edificio, ed è proprio lì che la mano assassina riesce in pochi attimi a distruggere tutto, l’amore, la gioia, gli affetti, tutto finisce con uno sparo.
Pochi giorni dopo, in seguito ai funerali, arriva a Trento una lettera, spedita nella mattinata del 3 settembre, viene accennato il pericolo, ma poi solo parole d’affetto.
Palmerio Ariu e Luigi De Gennaro – Anche i due giovani Carabinieri di Sesto Pusteria probabilmente avevano pensieri simili; Luigi pochi giorni dopo, il 29 agosto 1965, avrebbe compiuto 24 anni. Alle 21 di quella sera, dopo una giornata di intenso lavoro, Palmerio si trovava in cucina a svolgere le mansioni previste; aveva imparato molto presto a badare a se stesso, essendo rimasto fin da piccolo orfano di padre.
Gli attentatori si trovavano in quel momento appostati su un prato antistante la caserma, fanno fuoco, sparano verso Palmerio raffiche di mitragliatrice; il collega si precipita in cucina e cerca di aiutare l’amico ferito, ma anche lui viene colpito.
Una ragazza che stava camminando lì vicino vede i terroristi, che senza un minimo di pietà provano ad eliminare anche lei, me ella si da alla fuga. Palmerio muore sul colpo mentre l’amico e collega Luigi morirà poco dopo nell’ospedale di San Candido.
…T’hanno ammazzato quasi per gioco
Per dimostrare alla gente
Che tra quei monti la voce del tempo
Degli uomini uccisi
Non deve contare più niente…
(Pooh, Brennero 66)
Fonti: “Carabinieri per la democrazia” (Mondadori, p.p.159, 16 marzo 1978)
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