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Mascherine cinesi: la Procura di Bolzano conclude le indagini

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I fatti risalgono a tre anni fa, a inizio pandemia Covid, qui l’articolo, le mascherine cinesi che erano state acquistate per oltre 9 milioni di euro dall’azienda Oberalp su richiesta dell’Asl e poi non utilizzate poiché considerate fuori norma.

In un primo parere, l’Inail aveva dato esito negativo per la commercializzazione, “poiché la documentazione inviata era formulata esclusivamente in lingua cinese“.

L’indagine era partita da un esposto del Codacons,  la Procura di Bolzano ha voluto vederci chiaro. Il reato sarebbe quello previsto dal decreto legislativo del 24 febbraio 1997 che regola l’ utilizzo dei dispositivi medici.

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In particolare l’articolo 10 che impone ai dirigenti sanitari di comunicare tempestivamente al ministero della Sanità «qualsiasi alterazione delle caratteristiche e delle prestazioni di un dispositivo o inadeguatezza nelle istruzioni per l’ uso da cui potrebbe derivare il decesso o il peggioramento delle condizioni di salute di un paziente o di un operatore».

Ora la Procura di Bolzano ha concluso le indagini. Sette indagati – tra loro il direttore generale e il direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, Florian Zerzer e Enrico Wegher, il vice responsabile dell’unità Covid Patrick Franzoni e l’ad di Oberalp Christoph Engl -che ora hanno 20 giorni di tempo per le controdeduzioni.

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