Arte e Cultura
Leggende ladine patrimonio UNESCO: iter al via a San Martino in Badia
Dolasilla, la Gana del Puez, l’Usignolo del Sassolungo e così via: da millenni si raccontano le leggende ladine che si apprestano a diventare patrimonio dell’UNESCO.
“Un’iniziativa di grande importanza per tutte le comunità ladine non solo del Trentino-Alto Adige, ma anche del Veneto, del Cantone svizzero dei Grigioni e del Friuli Venezia Giulia“, ha sottolineato Daniel Alfreider, assessore provinciale alla Formazione e alla Cultura ladina, alla presentazione del progetto illustrato, assieme al consigliere provinciale Manfred Vallazza e al professor Pier Luigi Petrillo, lo scorso 2 settembre a San Martino in Badia.
“Le saghe ladine sono un ponte culturale e linguistico tra i diversi territori alpini e sono quindi un’eredità preziosa“, ha sottolineato l’assessore provinciale. “Grazie a questo progetto verranno valorizzate non solo le saghe, ma anche la cultura e la lingua ladina nel suo complesso: un patrimonio di grande rilevanza per la nostra minoranza e per il quale dovremmo spenderci tutti quanti”, ha proseguito Alfreider.
Il consigliere provinciale alla tutela e alla promozione delle minoranze linguistiche cimbra, mochena e ladina, Vallazza, ha assicurato che la Regione Trentino-Alto Adige fornirà il necessario supporto finanziario. Il progetto è una sfida, ha ammesso Vallazza, ma il sostegno attivo dei giovani l’ha resa possibile.
L’Università Unitelma-Sapienza di Roma è stata incaricata di coordinare l’iter di candidatura e di portarlo avanti fino alla fine del 2024. Il professor Petrillo, titolare della cattedra UNESCO presso l’ateneo capitolino, ha ricordato ancora una volta i criteri che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura ha stabilito per ammettere le proposte di classificazione come Patrimonio dell’Umanità (secondo la Convenzione di Parigi del 2003). Il docente ha quindi illustrato come dovrebbe procedere il percorso intrapreso e ha sottolineato la necessità di continuare a lavorare per portare a termine con successo l’iniziativa.
Il primo compito sarà quello di creare un archivio digitale del patrimonio culturale immateriale, ossia trasmesso oralmente, per conservare testimonianza della vitalità e del fermento culturale delle terre ladine nella letteratura, nelle arti visive, nella musica, nell’immaginario collettivo e in ogni altro ambito.
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