Italia ed estero
Femminicidio Giulia Cecchettin: la caduta di stile di Lilli Gruber
“Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo“. Queste le parole sui social del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in risposta all’attacco della giornalista Lilli Gruber che l’accusa di essere espressione di una cultura patriarcale.
Un espressione alquanto bizzarra e totalmente fuori luogo, il Premier infatti è cresciuta senza padre, contornata da affetti esclusivamente femminili, fuori luogo soprattutto dopo l’efferato femminicidio di Giulia Cecchettin, dove la giornalista ha perso un’occasione d’oro, quella di evitare il palese odio (politico), anziché fomentarlo con attacchi verso una donna (da un’altra donna).
Per riprendere, se vogliamo le dichiarazioni della sorella della vittima, Elena Cecchettin, che invita l’universo maschile a “riprendere” amici (uomini) che si lasciano andare a commenti sessisti o espressioni violente, nei confronti delle donne, la giornalista non ha certo fatto una bella figura, la violenza in questo caso è verbale.
“Da donna e da mamma, vorrei rivolgermi a Lilli Gruber per segnalarle che è violenza anche un certo modo di fare giornalismo“. Queste le dichiarazioni della senatrice di Fratelli d’Italia, Domenica Spinelli.
E prosegue: “E’ violenza attaccare altre donne per partito preso, utilizzare la comunicazione a mezzo tv senza obiettività, reiterare comportamenti irrispettosi e pretestuosi. E’ violenza non aver alcun rispetto per la famiglia del presidente Giorgia Meloni. Nel corso della trasmissione di Otto e mezzo su La7, la giornalista conduttrice ha offeso tante persone e non ha certo reso omaggio alla povera Giulia. Ricordo che la libertà personale finisce dove comincia quella del prossimo: la cultura del rispetto parte da questo principio. Al presidente Meloni e alla sua famiglia va la mia solidarietà”.
E a difesa del Premier interviene anche il ministro Lollobrigida: “Gruber? In questo caso si è mostrata nella sua oggettiva faziosità”.
In merito alla polemica sulla cultura di destra patriarcale, Francesco Lollobrigida ha commentato: “Credo sia un paradosso. Lilli Gruber è un’autorevole giornalista che però in questo caso si è mostrata nella sua debolezza e oggettiva faziosità. Giorgia Meloni, con la quale si può non essere d’accordo su tante questioni, è sostanzialmente cresciuta senza padre e ha una famiglia caratterizzata al femminile, ma al di là della sua vicenda familiare, è una donna che ha rotto il tetto di cristallo in Italia: una donna che guida il primo partito italiano, la prima a guidare il partito dei conservatori europei, e che si è guadagnata la leadership grazie al voto degli italiani, arrivando a guidare la nazione con un governo che nasce con un’indicazione popolare chiara“.
“Finalmente, grazie a Giorgia Meloni (prima premier donna in Italia), c’è la testimonianza che le donne in Italia non hanno i limiti che, per esempio in politica, hanno caratterizzato in negativo per 70 anni la nostra nazione. Ed è una donna di destra ad aver raggiunto questo risultato e di questo dovrebbero essere orgogliose anche tante donne di quella sinistra che per anni ha raccontato che l’emancipazione della donna poteva passare solo da loro, che la destra era retrograda e patriarcale“, ha aggiunto il ministro.
“La cosa più bella è poi affermare, e lo faccio anche con la stampa internazionale, che Giorgia Meloni non è lì perché è donna ma perché è brava e il popolo ce l’ha voluta”, ha proseguito Lollobrigida, aggiungendo che “questo è il vero risultato: non dover più definire qualcuno in base al sesso per poter arrivare da qualche parte. Per una persona come Giorgia e come tante altre donne è facile affermarsi per la qualità – ha concluso -, in molti ambiti per fare una donna ci vogliono veramente tanti uomini”.
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