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Alto Adige

A22, 5S Nicolini e Degasperi: no a gestione da Manuale Cencelli. Fuori gruppi di potere e nomine politiche da Autobrennero

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Il futuro dell’Autostrada A22 Brennero-Modena è ormai alla svolta decisiva.

“Il tempo per chiudere l’accordo interistituzionale che permetta l’affido della concessione autostradale ad una società in house è agli sgoccioli e dalle scelte che verranno fatte dipenderanno l’indirizzo dei trasporti nazionali e il modello di sviluppo territoriale del Trentino Alto Adige“.

L’appello a Roma dei consiglieri provinciali di Bolzano e Trento Diego Nicolini e Filippo Degasperi ha chiaro l’obiettivo: eventuali errori d’impostazione sulle nuove modalità di gestione dell’Autobrennero avrebbero ricadute negative per almeno 30 anni.



“Al netto della scelta dell’affidamento in house o tramite gara, chiediamo al Ministro Toninelli di valutare con estrema attenzione e cautela contenuti, obiettivi ed indirizzi dell’accordo fra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le Province Autonome di Trento e Bolzano e le altre istituzioni coinvolte“, affermano.

Per i consiglieri pentastellati l’utilizzo dell’A22 come gallina dalle uova d’oro per finanziare un sistema consolidato e finalizzato al mantenimento di posti di lavoro sicuri e ben remunerati a una ristretta cerchia non è più tollerabile.

Una consapevolezza che tuttavia, sottolineano, “lascia assai perplessi ma non sconcertati”, dal momento che il  modus riguardo a funzione, gestione e piani di sviluppo futuro dell’A22 è noto.

Seguire la strada tracciata da un sistema politico/affaristico che ha prodotto e continua a produrre disastri per i 5Stelle sarebbe un grave errore, mentre la ridefinizione delle politiche e delle linee guida di A22 porta con sé immense opportunità che, se colte, potrebbero definire nuovi paradigmi per lo sviluppo dei territori e delle comunità locali.

Secondo Nicolini e Degasperi lo schema che vecchia politica e consorterie annesse cercano di imporre è infatti vetusto e nel contempo foriero di tremendi rischi.

La logica è quella del Manuale Cencelli, unico strumento gestionale nel cui utilizzo possono dirsi esperti – continuano – . Si pensa di utilizzare gli utili generati dalla gestione autostradale per costruire nuove e spesso inutili infrastrutture che non aiutano in alcun modo lo spostamento del traffico dalla gomma alla rotaia, ma che garantiscono fin da subito sfregi devastanti al territorio e un enorme consumo di suolo”.

Altro imperativo è quello di semplificare il quadro societario della nuova A22, qualora si optasse per la soluzione in house, tramite il controllo da parte di un comitato paritetico di gestione interistituzionale, con la garanzia di informazione verso le popolazioni locali sugli indirizzi e sull’attività gestionale e la partecipazione nelle scelte relative alla realizzazione e al perseguimento degli obiettivi strategici, anche attraverso l’attivazione degli istituti previsti dalla Costituzione e dall’art.47 dello Statuto di autonomia.

Riguardo alla composizione del comitato paritetico con funzioni di controllo, va valutata con attenzione la possibilità di nominarne i membri per elezione diretta o, laddove necessario, prevedere la possibilità di sottoporne le azioni a meccanismi di consultazione popolare e/o giurie popolari per assicurare che la definizione degli indirizzi e della loro attuazione avvenga nell’interesse della popolazione e non di limitati gruppi di potere.

Tra le necessità anche quella della trasparenza sulla composizione societaria: si parte infatti dall’assunto che l’oggetto sociale di una società concessionaria a capitale pubblico debba essere coerente con le funzioni e i compiti attribuiti dall’ordinamento a ciascuna amministrazione pubblica azionista.

Fuori da Autobrennero anche Camere di Camere di Commercio e Comuni.

Via alla liquidazione delle quote dei privati ma anche di quei soci che rendono la composizione societaria inutilmente frammentaria, ad esempio le camere di commercio e i Comuni, cui in base alla legge non spetta alcun compito riguardo alla gestione di infrastrutture per trasporti.

“Così facendo, si avrebbe una società autostradale focalizzata sul proprio specifico campo d’azione, più libera da appetiti politici di vario cabotaggio e quindi meglio capace di interpretare le proprie funzioni“.

La destinazione degli utili.

Fondamentale anche la scelta di indirizzo riguardante la destinazione degli utili da pedaggio autostradale, che deve andare allo sviluppo del territorio alpino circostante, privilegiando gli investimenti per mobilità sostenibile e collegamenti intervallivi su rotaia funzionali alla ferrovia storica del Brennero e non all’alta velocità da Verona al valico con l’Austria, con la costruzione di più di 600 km di gallerie per il tunnel di base del Brennero e le tratte di accesso sud.

Se poi si vuole davvero, e non solo a parole, incentivare lo spostamento del traffico dalla gomma alla rotaia – dicono – allora è necessario vietare la destinazione degli utili dell’A22 alla costruzione di nuovi tratti autostradali e all’allargamento di quelli esistenti, cioè lo schema di sviluppo che il sistema politico/affaristico e i suoi fedeli servitori stanno cercando di imporre”.

Per ciò che riguarda le tariffe invece, è utile il coinvolgimento popolare nella definizione delle politiche tariffarie e degli indirizzi strategici di gestione, anche assicurando l’esercizio del diritto a promuovere referendum previsto dall’art.47 dello Statuto di autonomia.

Va inoltre assegnato al comitato di gestione l’obbligo di interpellare le popolazioni interessate prima di sottoporre alle Autorità competenti eventuali proposte in merito a politiche tariffarie.

Pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni alla cittadinanza.

Quanto al quadro normativo, alla società concessionaria che andrà a gestire A22 dovrà essere applicata la disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni prevista dal decreto legislativo 33/2013, nonché le disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico previste dal decreto legislativo 39/2013.

A tale riguardo la concessionaria non dovrà essere lo strumento per la spartizione di poltrone.

Al contrario, le nomine dovranno essere effettuate secondo una logica che privilegi il conseguimento degli obiettivi e non le regole del manuale Cencelli, che favoriscono inefficienza, clientelismo e, spesso, vero e proprio malaffare.

Allo stesso modo il nuovo concessionario dovrà fare esclusivo riferimento alle norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche previste dal Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165, limitando così l’odioso fenomeno dell’assegnazione di posti di lavoro a soggetti che gravitano nel perimetro dei comitati elettorali degli amministratori e dei partiti che li hanno nominati.

Si tratta, ne siamo consci, di proposte impegnative e per molti aspetti rivoluzionarie – concludono i consiglieri pentastellati – ma necessarie se si vuole davvero cambiare in meglio il modo di concepire le infrastrutture pubbliche, mettendole al servizio della collettività dopo averle sottratte al giogo delle consorterie politico/affaristiche, vero freno allo sviluppo del Paese.

Dando una prima concreta implementazione ad un nuovo modo di gestire un bene pubblico di grande rilievo economico-sociale quale è l’Autostrada A22, si potrà davvero creare un corridoio di trasporto comune, efficiente e sostenibile al servizio sia del Paese che delle comunità locali che convivono col disagio e le esternalità negative generati dalla presenza di sistemi di grande comunicazione stradale sui loro territori.

Siamo sicuri che il Ministro Toninelli saprà cogliere il senso profondo di questa impostazione e farà tutto il possibile per darle attuazione, conformemente ai principi cardine del M5S”.

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